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«Stiamo lavorando ad un tampone Covid usa e getta in autosomministrazione». Lo annuncia il Presidente del Veneto Luca Zaia, spiegando che dovrebbe essere pronto in 15 giorni, mutuandolo «da altre esperienze internazionali». «Il virus c'è ma la quasi totalità dei contagiati non ha sintomi», ha aggiunto il governatore, sottolineando che «il 95-96% dei pazienti è di fatto asintomatico. È cambiato il mondo, il virus è cambiato», ha spiegato. Per questi motivi il governatore si è detto «favorevole alla riduzione del periodo di quarantena».
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Ma come funziona il tampone autosomministrato? Si utilizza piccolo tampone che viene inserito nella fossa nasale e fatto roteare brevemente all’interno di entrambe le narici. Una volta estratto, il tampone viene inserito in una provetta dove c'è l’antigene che si scioglie e dà inizio alla reazione. Il contenuto viene analizzato da un apparecchio del costo di circa mille euro in dotazione agli ospedali, che processa il tampone e ne dà l’esito in dieci minuti. Con il precedente tampone molecolare rinofaringeo si doveva entrare anche di dieci, dodici centimetri nella cavità nasale.
«Una regia nazionale minima ci vuole»: fferma il Presidente Zaia in relazione al dpcm che sta per uscire e alle eventuali conflittualità con le ordinanze regionali. «Ci vuole una prevenzione minima generale - aggiunge - per uscire da questa invernata». Rispetto a una possibile una modifica in senso restrittivo degli orari di apertura dei locali pubblici, Zaia obietta: «chiudere prima significa applicare un mini lockdown». Il governatore del Veneto chiede infine che i provvedimenti vengano presi «sulla base di una serie di parametri», allineando i tamponi «per numero di abitanti». E ancora: «Non sarebbe un bel segnale se il Governo non accogliesse le istanze delle Regioni» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero