Il governo si muove diviso alla prova della Commissione Ue Per Conte problema doppio

Il premier Conte a Bruxelles con la Cancelliera Merkel
BRUXELLES Non è più solo una questione economica:...

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BRUXELLES Non è più solo una questione economica: il 'caso Italià, già protagonista delle riunioni dei ministri dell'economia dell'Unione europea la settimana scorsa, è ormai diventato una questione politica, che il premier Giuseppe Conte oggi dovrà gestire nel più alto livello di confronto europeo, ovvero il summit dei capi di Stato e di Governo. Il rischio che l'Italia finisca sotto procedura per il suo debito eccessivo non occuperà certamente l'agenda dei lavori, ma può intrecciarsi con il tema del giorno: le nomine dei nuovi vertici delle istituzioni europee, da sempre momento di ampi negoziati, dove si stringono le alleanze necessarie a trovare una maggioranza che decida. In questo contesto, l'Italia potrebbe avere uno spazio più ampio di altre occasioni per negoziare con i partner e trovare sostegno alla sua causa. L'obiettivo è evitare una procedura sanzionatoria che in questo momento anche altri in Europa non ritengono opportuna. Per un'Unione che ha azzerato le sue cariche, in cerca di definire i nuovi equilibri emersi dopo le europee, non sarà facile prendere subito la decisione di punire l'Italia, mettendosi contro il suo Governo. Anche se i numeri parlano chiaro e la violazione delle regole di bilancio è stata certificata sia dalla Commissione che dall'Ecofin. Ma dietro le quinte, a Bruxelles, in molti aspettano un segnale convincente da Roma per poter disinnescare la mina, almeno per adesso, e rinviare tutto all'autunno, quando dovrebbe insediarsi la nuova Commissione. La missione non è impossibile. Il premier Conte ha due carte da giocare: la sua lettera 'politica’ resa nota ieri, e la nota di aggiustamento del bilancio 2019, il documento 'tecnico’ messo a punto da Tria. A dimostrare che al momento la partita si gioca su un piano strettamente politico è anche il fatto che i tecnici Ue non hanno più contatti con Roma, in attesa di novità rilevanti. Per evitare la procedura, quindi, l'Italia dovrà agire soprattutto sul tavolo principale, quello dei leader Ue, cercando come sempre il sostegno di Francia e Germania prima di tutto, con il quale si assicurerebbe la salvezza anche a dispetto del gruppo dei soliti falchi, guidati dall'Olanda, che si aspettano dalla Commissione una mossa decisa.
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Il Messaggero