Legittima difesa, oltre 27mila firme per la petizione di Antigone

Legittima difesa, oltre 27mila firme per la petizione di Antigone
Oltre 27.000 persone hanno sottoscritto la petizione di Antigone contro la proposta di legge sull'allargamento del regime della legittima difesa che oggi comincia il suo iter...

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Oltre 27.000 persone hanno sottoscritto la petizione di Antigone contro la proposta di legge sull'allargamento del regime della legittima difesa che oggi comincia il suo iter dall'aula del Senato. «A nome nostro e di queste migliaia di persone chiediamo ai parlamentari del M5S e dei partiti di opposizione di opporsi a questa proposta che ci farebbe finire nel Far West, ascoltando - dice il presidente Patrizio Gonnella - anche gli operatori della giustizia e tra loro l'Associazione Nazionale Magistrati e l'Unione delle Camere Penali che, con validi argomenti, hanno espresso la loro contrarietà rispetto a questa iniziativa legislativa».


Si tratta di una «legge manifesto - accusa Gonnella- che si fonda sull'assenza totale di bisogni reali di prevenzione criminale e che metterebbe a rischio la sicurezza, attaccando principi giuridici consolidati del nostro ordinamento, intaccando il monopolio dell'uso della forza da parte delle Forze di Polizia, e che vorrebbe mettere il bavaglio ai giudici». Oggi i dati degli omicidi, fa notare, «sono ai minimi storici e incentivare il possesso e l'utilizzo delle armi non farà altro che far aumentare il numero dei morti nel nostro paese. Inoltre anche i numeri delle rapine sono incomparabilmente minori rispetto a quelle dei furti in casa». Gonnella ricorda che la legge attualmente in vigore «deriva da una norma del codice Rocco varato in epoca fascista ed è stata modificata nel 2006, sempre su proposta della Lega» e consente già «di usare l'arma ogniqualvolta vi è un'intrusione nella propria dimora o in altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale».


La proposta della Lega «ha l'obiettivo di evitare che chi usa le armi contro un presunto ladro sia indagato. Ma l'intervento del giudice è ineliminabile: in un paese democratico solo un'indagine e un giudice possono verificare l'esistenza effettiva di un'intrusione e accertarsi dell'identità, del ruolo della persona uccisa e della dinamica dell'atto presunto criminogeno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero