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Giulio Centemero, tesoriere della Lega e deputato, è stato condannato a 8 mesi. Era imputato per un presunto finanziamento illecito da 40mila euro del giugno 2016 concordato, per l'accusa, con il patron della catena di supermercati Esselunga Bernardo Caprotti, morto nel settembre di 6 anni fa. Lo ha deciso il giudice dell'undicesima penale di Milano Maria Idria Gurgo di Castelmenardo. Secondo l'accusa, il presunto finanziamento illecito da Esselunga alla Lega era arrivato all'associazione "Più voci", di cui Centemero era legale rappresentante, e sarebbe stato girato al Carroccio anche per rimpinguare le casse di Radio Padania.
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Centemero, 8 mesi al tesoriere della Lega
Il giudice ha anche stabilito una multa per Centemero da 9mila euro, la sospensione della pena e la non menzione della stessa (motivazioni del verdetto in 30 giorni).
La sentenza
L'ordinamento, ha detto ancora il pm, «richiede che quando finanzi un partito devi dirlo devi essere trasparente», mentre «è reato quando lo fai senza ammetterlo», ovvero passando come in questo caso, secondo l'accusa, per un'associazione. Con quei 40mila euro da Esselunga, secondo l'accusa, erano state fatte «due cose»: un finanziamento a Radio Padania da 10mila euro e 30mila euro «girati a Mc, che lo stesso Centemero indica come una società partecipata dalla Lega». Società quest'ultima che, poi, con parte di quel denaro ha pagato anche un «convegno del 25 giugno 2016 a Parma, organizzato dalla Lega per la costruzione del cantiere del centrodestra». I legali di Centemero, gli avvocati Roberto Zingari e Giovanni Conti, avevano chiesto l'assoluzione «perché il fatto non sussiste», perché non «è emerso in alcun modo che ci sia stato un accordo illecito per un finanziamento occulto alla Lega». Per la difesa, si è trattato di «un finanziamento a Radio Padania» per «ragioni commerciali», dato che la radio faceva pubblicità al marchio Esselunga, «e non è andato un solo euro alla Lega».
La difesa
«Prendiamo atto del provvedimento assunto oggi e vedremo a breve quali ne saranno le motivazioni. Ma rimaniamo fermi sulle nostre posizioni. L'associazione "Più voci" è stata amministrata nel pieno rispetto delle regole e siamo certi che nei successivi gradi di giudizio non si potrà che prenderne atto», la replica di Centemero.
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