«Deputato 5Stelle caccia l'assistente e non paga il risarcimento». Alle Iene il caso di Paolo Bernini

L'onorevole che caccia l'assistente senza giusta causa e non paga il risarcimento: il caso alle Iene
Un deputato della Repubblica licenzia un suo assistente parlamentare senza giusta causa e si rifiuta di corrispondere un risarcimento stabilito da un Tribunale del Lavoro: questo...

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Un deputato della Repubblica licenzia un suo assistente parlamentare senza giusta causa e si rifiuta di corrispondere un risarcimento stabilito da un Tribunale del Lavoro: questo il caso approdato alle Iene, di cui si è occupato Filippo Roma.


Paolo Bernini, deputato del M5S, vegano e animalista convinto, avrebbe infatti licenziato Lorenzo Andraghetti perché 'carnivoro'. Lo spiega proprio l'ormai ex assistente parlamentare: «Diceva che non essendo vegano non avrei potuto comprendere del tutto la sua causa, ma credo che il licenziamento sia scattato perché a volte non mi uniformavo alla linea di condotta imposta dal partito». Ci sarebbe anche una chat su WhatsApp, in cui i membri del direttorio M5S parlavano del caso: Roberta Lombardi, già capogruppo M5S alla Camera e candidata alla presidenza della Regione Lazio, chiedeva tra l'altro se fosse possibile licenziare Andraghetti.




Filippo Roma, a questo punto, ha incontrato Bernini e il suo nuovo assistente parlamentare, che a differenza di Andraghetti è vegano. Dopo essere stato invitato a rispettare la sentenza e a corrispondere all'ex assistente un risarcimento di 65mila euro, Bernini si è difeso sostenendo di aver fatto ricorso. La sentenza, però, è esecutiva anche se una legge del 1965 prevede la non pignorabilità dello stipendio dei parlamentari e proprio il M5S si è schierato per l'abrogazione. A questo punto, il nuovo assistente parlamentare, Alfredo Riccio, inizia a minacciare di querele Filippo Roma, a insultarlo durante una diretta Facebook e a invocare l'intervento dei carabinieri.

Filippo Roma ha poi intercettato anche Roberta Lombardi, ma la deputata romana sostiene di non ricordare nulla del caso. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati e candidato alla Presidenza del Consiglio, ha invece dichiarato: «Tutti devono rispettare le sentenze, soprattutto i parlamentari 5 Stelle, ora faremo le opportune verifiche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero