Granato, dal flop delle Comunali all'elezione in Senato col M5s: chi è l'insegnante che attacca i precari e inneggia ai no vax

Granato: chi è la parlamentare sospesa dopo l'ingresso a Palazzo Madama senza green pass
La senatrice Laura Granato, protagonista della singolare manifestazione di protesta contro il green pass di oggi a Palazzo Madama che le è costata una sospensione di dieci...

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La senatrice Laura Granato, protagonista della singolare manifestazione di protesta contro il green pass di oggi a Palazzo Madama che le è costata una sospensione di dieci giorni dall'attività parlamentare, è una docente di scuola superiore. Nata a Catanzaro il 31 agosto 1970 e laureata in lettere classiche a Firenze, è insegnante presso il liceo scientifico "Siciliani" della sua città di origine. È entrata per la prima volta in Parlamento con le elezioni politiche del marzo 2018, eletta con il Movimento 5 Stelle. L'anno prima si era candidata a sindaco di Catanzaro, sempre con i 5 stelle, ottenendo alle amministrative solo il 6%  dei consensi: magro bottino che non ha portato in dote alla lista da lei capitanata neppure un seggio in consiglio comunale. Il 17 febbraio scorso ha votato contro la fiducia al governo di Mario Draghi, dimettendosi da capogruppo grillino della commissione Cultura del Senato. Sul suo profilo facebook parole di fuoco, quel giorno: “Ho deciso, coerentemente con quello che ho sempre dichiarato, che non farò parte di questa maggioranza diventata una beffa rispetto al principio di autodeterminazione dei popoli che è confluito nell’articolo 1 della Costituzione. La dichiarazione di intenti di Draghi è una palese violazione di quel principio”. Durissima verso il suo (ex) partito: “La cosa triste e preoccupante è trovarsi oggi in un Parlamento silente, totalmente acquiescente rispetto ad un atto di indirizzo che consiste nell’asservimento di ogni esigenza umana alle logiche del mercato”. Titolo del posto: "C'è chi dice no".

Il gruppo misto e la polemica con i precari della scuola

Espulsa dal capo politico Vito Crimi, due giorni dopo - il 19 febbraio 2021 - aderisce al Gruppo misto. Il 22 giugno passa alla componente del misto "L'alternativa c'è - Lista Del Popolo per la Costituzione". In precedenza, nel marzo del 2019, a un anno dall'elezione, aveva sollevato non poche polemiche un suo altro post, questo indirizzato ai precari della scuola: “Chiedete un’agevolazione indebita...volete un concorso dove tutti passino indistintamente, più o meno preparati. Queste procedure non sono più sostenibili: sono battaglie squalificanti per voi. Da insegnante provo un po’ di vergogna”. Non mi interessa che dite che non ci votate più...”. Come senatrice ha presentato da prima firmataria nove disegni di legge inerenti la scuola, dall'attità didattica fino alla formazione delle classi negli istituti di ogni ordine e grado. Nel 2018 ha presentato un modello 730 con 27mila euro di reddito loro, nel 2020 con 97mila. 

L'ultimo post e la rivolta contro i vaccini

L'ultimo suo post questa mattina, martedì 19 ottobre, sulla propria pagina facebook. Titolo: "È giunto il momento di uscire allo scoperto". Il testo: "Amici, bisogna partire da qui! Farsi certificare all’hub vaccinale il rifiuto alla somministrazione del vaccino! Il vaccino non è obbligatorio! Nessuno può imporci una terapia sperimentale che ha mietuto anche vittime. Sono almeno 16 le vittime certamente correlate ai vaccini anti-covid, e sappiamo bene che questo dato è fortemente sottostimato a causa della cosiddetta farmacovigilanza passiva e delle rarissime autopsie condotte sui deceduti nell’imminenza della somministrazione della dose.


Sono almeno 27.243 le morti entro le 48 h dalla somministrazione del vaccino nei 27 paesi UE registrati al 9 ottobre da EudraVigilance e difficilmente si può credere ad una non correlazione. (...) Ora penso sia giunto il momento di andare a registrare il nostro rifiuto all’hub vaccinale, cosicché lo Stato finalmente si dovrà assumere formalmente l’onere di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico ci impedisca di avvalerci della nostra legittima facoltà di non vaccinarci, che ha pari dignità rispetto a quella di vaccinarsi. È arrivata l’ora di far valere i nostri diritti in tutte le sedi giudiziarie a ciò preposte, per, casomai, farsi dire dalla magistratura che la Costituzione è stata cancellata o è disattivata. (...) Smascheriamoli! Lo stato si assuma gli oneri delle restrizioni che impone alla libera volontà dei cittadini!". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero