BRUXELLES «Qualche giornalista oggi scrive che sarei venuto a Bruxelles con le mani vuote. Io rappresento un Paese del G7, il terzo Paese dell'Eurozona, la seconda...
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Sul piatto 2 mld di spese congelate più altri 3 mld (AdnKronos) - Il presidente del Consiglio, secondo fonti governative, farà di tutto per evitare il lancio di una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti del nostro Paese. Il che non vuol dire, si sottolinea, mettersi a completa disposizione dell'Ue, ma dialogare e cercare un punto d'incontro con la Commissione, che tuttavia continua ad insistere sul rispetto delle regole. Regole che però vengono applicate con una certa flessibilità. Non a caso ieri Jean-Claude Juncker, da Sintra, ha ricordato che la Commissione ha agito saggiamente quando, nel 2016, decise di non multare Spagna e Portogallo, che avevano sforato entrambi il tetto del 3% tra deficit e Pil. Sanzionandole troppo presto, come chiedevano i Paesi rigoristi, avrebbe ucciso sul nascere la ripresa economica. Evitando di multarle, ha lasciato alle due economie «il tempo e lo spazio» per riprendersi. Come ha sottolineato Alessandro Gasparotti del think tank tedesco Cep, la Commissione storicamente «si è opposta alle sanzioni, perché le percepisce come un fallimento dei meccanismi esistenti di coordinamento delle politiche economiche». Secondo le stesse fonti governative, oltre al congelamento di 2 mld di euro di spese, che erano già state bloccate a fine 2018 nell'ambito dell'accordo sulla manovra rivista con la Commissione Europea, l'Italia metterebbe sul tavolo della trattativa ulteriori 3 mld di euro, che sarebbero il saldo tra le minori uscite, derivanti anche dal 'tiraggiò minore del previsto di reddito di cittadinanza e quota 100, e di maggiori entrate. Quindi, in tutto dovrebbe trattarsi di circa 5 mld di euro, sempre che le cifre vengano confermate. Il premier, come ha detto pubblicamente più volte, non intende passare alla storia come il capo del governo italiano cui l'Ue per la prima volta ha inflitto una procedura per debito. E mercoledì prossimo il governo, ha detto Conte, metterà per iscritto che il deficit per il 2019 dovrebbe essere intorno al 2,1% del Pil, e non al 2,5% come previsto dalla Commissione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero