Nuovo scontro tra il presidente della Commissione europea Juncker e il ministro dell'Interno Salvini. «Il fatto che due vicepremier italiani si esprimano in modo...
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«Che il vicecancelliere austriaco Strache ora dica di essere amico di Salvini mi sorprende, ma non troppo. Non possiamo scegliere i parenti, gli amici invece sì», aggiunge il presidente della Commissione europea, sottolineando poi di non aver «paragonato l'Italia alla Grecia», ma certamente «l'Italia si trova in una situazione difficile». «Non spetta alla Commissione» entrare nel merito delle misure inserite in manovra come la flat tax o il reddito di cittadinanza ma «spetta ai politici italiani impostare misure che consentano all'Italia di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati».
Se tutti chiedessero una deroga alle regole, ribadisce Juncker, l'euro sarebbe in pericolo. «Il governo italiano - prosegue - deve presentare il suo bilancio entro il 15 ottobre presso la Commissione. Noi valuteremo 'sine ira et studio', chiedendo, se necessario, delle modifiche. È un processo normalissimo».
Dura la replica di Salvini: «L'Europa dei banchieri, quella fondata sull'immigrazione di massa e sulla precarietà continua a minacciare e insultare gli italiani e il loro governo? Tranquilli, fra 6 mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori, noi tiriamo dritto!». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero