Libia, Conte alla Camera rassicura: a Tripoli l’ambasciata resta aperta

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
ROMA «Gli ultimi sviluppi in Libia ed in particolare l’escalation militare, sono motivi di forte preoccupazione per l'Italia, così come lo sono e...

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ROMA «Gli ultimi sviluppi in Libia ed in particolare l’escalation militare, sono motivi di forte preoccupazione per l'Italia, così come lo sono e devono esserlo anche per tutta l'Europa e per l'intera Comunità internazionale». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di un'informativa urgente all'Aula della Camera sulla situazione in Libia. In un altro passaggio Conte ha sottolineato che «il succedersi degli scontri e l'aumento del numero di morti, stimati ormai in alcune centinaia, e di feriti, ma anche degli sfollati, segnalano un concreto rischio di crisi umanitaria che va scongiurato rapidamente. L'emergenza umanitaria, con conseguenze anche sui flussi migratori, così come il riaffacciarsi dello spettro dell'insorgenza terroristica dimostrato dal recente attentato perpetrato da Daesh a Fuqaha, nella Libia centrale, impongono determinazione e rapidità di azione». 

«Al momento la nostra ambasciata a Tripoli resta operativa a pieno regime. Anche il personale militare italiano presente in Libia non è stato evacuato. I nostri interessi sul terreno sono parimenti tutelati». Ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un passaggio dell'informativa urgente in Aula alla Camera sulla situazione in Libia. «Monitoriamo naturalmente di ora in ora - ha proseguito Conte - le condizioni di sicurezza nel Paese, ma finchè queste ultime ce lo consentiranno intendiamo rimanere al fianco del popolo libico e continuare a lavorare in prima linea per assicurare una transizione sostenibile, forti anche del nostro approccio sempre stato inclusivo e improntato al profondo rispetto della popolazione libica e del senso di responsabilità che in queste ore si acuisce perchè ci deriva dal fatto oggettivo che siamo tra i pochi Paesi che hanno una credibilità che li pone in condizione di interloquire con tutti gli attori libici», ha rivendicato il capo del Governo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero