Forza Italia, sale la tensione in vista delle primarie. Sfida Carfagna, Gelmini e Toti

Silvio Berlusconi
ROMA Sale la febbre delle primarie dentro Forza Italia, alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA Sale la febbre delle primarie dentro Forza Italia, alla vigilia della prima riunione del tavolo delle regole, il cosiddetto 'board', a Palazzo Grazioli. Una corsa alla guida del partito azzurro che sta però provocano qualche mugugno nel partito. Anche Silvio Berlusconi, riferiscono fonti vicine al Cavaliere, sarebbe deluso e preoccupato da questa gara alle primarie, a suo giudizio iniziata troppo presto, ancor prima di aver fissato regole certe e condivise. In effetti, dopo la discesa in campo dei due neocoordinatori Mara Carfagna e Giovanni Toti, anche Maristella Gelmini si è candidata a guidare il partito, con tanto di intervista al «Corriere». La capogruppo azzurra intende rappresentare quell'elettorato che non vuole una Forza Italia «stampella della Lega», alla quale chiede «pari dignità», né intende «strizzare l'occhio alla sinistra come facevano i vecchi partiti di centro». Ma scendendo in campo, Gelmini attacca anche Giovanni Toti: «È partito con il piede sbagliato. Il board non è stato ancora convocato e lui già si è mosso comportandosi da leader, dimenticando che è un nominato come tutti noi». Punzecchiatura volutamente ignorata dal Governatore ligure che anzi saluta con favore l'iniziativa di Gelmini: «Più candidati ci sono alla contendibilità del centrodestra, più sono assolutamente felice. Spero che ce ne siano da fuori Forza Italia, che si aggiungano a noi da tutte le sensibilità di un mondo che si è disperso in questi anni». Anche Mara Carfagna evita ogni polemica, anzi nota come ora un partito che sembrava «agonizzante» si sia «rimesso in moto». «Dobbiamo restituire a Forza Italia - sottolinea - il ruolo che ha sempre avuto: quello di partito stabilizzatore che renda l'Italia un paese affidabile». Ma la decisione di dar vita già ora alla sfida per la leadership crea diversi mugugni nel partito. «Senza regole chiare - denuncia Alessandro Cattaneo - queste candidature non hanno senso. Quando iniziamo a parlare agli italiani - si chiede Cattaneo - invece che tra di noi in esasperati esercizi di tattica politica?». Se l'ex olimpionico Marco Marin auspica che vincano comunque «il merito e la capacità», Michela Biancofiore, sostiene che «Forza Italia è diventata attraente quanto fare un tuffo in un mare infestato di meduse». Troppi, a suo giudizio, «veti e controveti incrociati, ricattucci, sotterfugi, potenziali candidati che si autoscrivono le regole,sedicenti rivoluzionari gattopardeschi, punture tentacolari, correnti e ambizioni di ribalta televisiva». Malumore e delusione anche da parte di Berlusconi. Chi gli ha parlato nelle ultime ore riferisce che all'ex premier non sarebbe piaciuta per niente questa sfida lanciata in assenza di regole certe. Parlare di candidature prima che il board si sia riunito non aiuta - a giudizio del Cav - la crescita del partito. In particolare, l'ex premier non avrebbe gradito la discesa in campo di rappresentanti del board, l'organismo chiamato a scrivere le regole: un pò come se l'arbitro, si togliesse la giacchetta nera e diventasse uno dei giocatori. In questa fase, riferiscono le stesse fonti, il Cavaliere auspicava un processo inclusivo, in cui si parlasse prima di programmi e di politica, poi di organigrammi, non il contrario.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero