Il dem Verini a Bonafede: «Nessuno chiede abiure sulle prescrizione. Ma basta diktat, una soluzione va trovata»

Il dem Verini a Bonafede: «Nessuno chiede abiure sulle prescrizione. Ma basta diktat, una soluzione va trovata»
L'appuntamento è per martedì pomeriggio a palazzo Chigi. Da qui a quella data potrebbero anche esserci ulteriori contatti ma «le posizioni sono ormai...

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L'appuntamento è per martedì pomeriggio a palazzo Chigi. Da qui a quella data potrebbero anche esserci ulteriori contatti ma «le posizioni sono ormai chiarissime, le proposte sul tavolo. Ora serve un segnale da parte del ministro Bonafede e un lavoro di sintesi da parte del premier Conte per arrivare a una soluzione condivisa». Lo ribadisce Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd.


Verini sarà al tavolo della riunione sulla prescrizione fissata subito dopo la Befana, il primo vertice del nuovo anno. «Il ministro conosce benissimo la situazione. Pd e Leu hanno già presentato due proposte. Oggi Federico Conte di Leu ha avanzato una proposta interessante. Tre forze politiche su quattro che sostengono il governo considerano la legge oggi in vigore sbagliata. Nessuno chiede abiure al ministro ma basta con i diktat, una soluzione va trovata». 

Sul tavolo c'è la proposta del Pd, presentata il 27 dicembre scorso, che si muove nel solco della legge sulla prescrizione di Andrea Orlando e prevede di sospendere la prescrizione per due anni in appello e per un anno in Cassazione, aggiungendo un anno se serve. In tutto tre anni e sei mesi. C'è poi anche una nuova proposta di Leu, a cui si riferisce Verini, che prevede di «limitare la norma Bonafede alle sole pronunce di condanna in primo grado. Tenere fuori dal meccanismo chi in primo grado è assolto», ha spiegato Federico Conte. «Noi - insiste Verini - non chiediamo a Bonafede abiure rispetto alla sua riforma. Ma tre forze di maggioranza su quattro sono contrarie, è contrario il mondo dell'avvocatura e anche alcuni magistrati, come Gherardo Colombo, hanno espresso perplessità. Il ministro ha portato avanti una battaglia identitaria, ma ora il primo gennaio è passato, la sua riforma è in vigore: è arrivato il momento della sintesi».
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Il Messaggero