OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Dopo la difesa pubblica di papà Beppe, stavolta è Parvin Tadjik, moglie di Grillo e madre di Ciro, indagato per violenza sessuale di gruppo, a rispondere alle accuse contro il figlio. Il mezzo scelto è sempre Facebook, ma stavolta basta un commento sotto il post pubblicato ieri da Maria Elena Boschi. Protagonista sempre un video che scagionerebbe Ciro e i suoi amici: «C'è un video che testimonia l'innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente. La data della denuncia è solo un particolare», le poche righe di risposta alla deputata di Italia Viva. Che nel pomeriggio aveva criticato le parole del garante del M5S secondo cui il figlio Ciro e i suoi tre amici, indagati per violenza sessuale di gruppo, sarebbero innocenti.
Parvin Tadjik, intercettata a lungo dalla Procura, ha sempre raccontato di non aver sentito niente, ma la notte del presunto stupro di luglio 2019, secondo gli inquirenti avrebbe dormito nella villa dello scandalo in Costa Smeralda.
Amnesty International: «Colpa dello stupro mai della vittima»
Sul tema è intervenuta anche Amnesty International con un tweet: «Sulle denunce di stupro si pronuncia la giustizia. Ma ancora una volta, amplificato dalla popolarità dell'autore e dalla potenza dei social, si ripresenta lo sconcertante fenomeno del #victimblaming. La colpa dello stupro non è mai della vittima ma dello stupratore».
Ieri Maria Elena Boschi in un video sulle sue pagine social aveva attaccato Grillo: «Il suo video è scandaloso.
Ma non si ferma qui, perché l'accusa va avanti: «Le sue parole sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza che ha denunciato il figlio per stupro è sostanzialmente una bugiarda perché ha impiegato otto giorni a denunciare, fa un torto a tutte le donne vittime di violenza. Perché forse Beppe Grillo non sa il dolore che passa attraverso quelle donne che spesso non impiegano giorni ma settimane per trovare il coraggio di denunciare e superare anche magari la vergogna e l'angoscia».
Grillo "assolve" il presunto stupro del figlio. Grilline in rivolta: «Fa un torto a tutte le donne»
L'accusa contro Ciro Grillo
Nel luglio 2019, dopo una serata al Billionaire, Ciro Grillo insieme a tre amici avrebbero violentato, secondo l'accusa, una studentessa 19enne milanese di origini scandinave che era in vacanza in Sardegna insieme ad un'amica. I legali hanno ribadito come i ragazzi si siano dichiarati innocenti «fin dall'inizio dell'inchiesta». A loro si è aggiunto anche Beppe Grillo nel video di ieri: «Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kitesurf e denuncia dopo 8 giorni è strano. E poi c'è un video in cui si vede un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande perché sono quattro "cogl...", non quattro stupratori». Poi il finale: «Perché non li avete arrestati subito? Perché vi siete resi conto che non è vero che c'è stato lo stupro. Se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero