Governo, Conte parte tra le crepe M5S. Duello sui vicepremier, Di Maio non cede

ROMA La frase che conquista la scena è la seguente: «Non sarà un governo contro ma un governo per modernizzare il Paese. Realizzerò un governo nel...

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ROMA La frase che conquista la scena è la seguente: «Non sarà un governo contro ma un governo per modernizzare il Paese. Realizzerò un governo nel segno della novità». A nove giorni da discorso contro Salvini del 20 agosto in Senato Giuseppe Conte si riprende la scena politica con un intervento programmatico pesante. La novità - ma fino a un certo punto - è che il premier incaricato seppellisce il sovranismo riportando il timone della nave Italia verso Bruxelles.


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Ma non solo. La svolta dell'avvocato del popolo è netta e serve anche a tenere insieme quei pezzi della sinistra che saranno poi utili al bottino parlamentare del nuovo esecutivo. Oltre a Europa sono «crescita», «riforme», «rilancio», «benessere eco-sostenibile», «legalità» le parole chiave che costituiscono l'architrave sul quale il premier intende costruire l'accordo di governo. Non parla mai di «contratto» Conte, così come si tiene lontano dall'evocare in qualunque modo il tema dell'immigrazione. Ma la strada almeno sulla carta è tracciata.
Dallo scorso giugno quando lo sconosciuto professore pugliese si trovò improvvisamente a palazzo Chigi stretto tra i due giovani ed esuberanti vicepremier sembra essere passata un'era geologica. Rimane un solo concetto a fare da cerniera tra passato e presente: quel «nuovo umanesimo» che Conte ripropone come «orizzonte ideale».

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Il premier incaricato decide di aprire il suo studiatissimo intervento dopo il confronto con il capo dello Stato con un passaggio tutto dedicato alla legge di Bilancio: «mancano poche settimane all'inizio della sessione di bilancio; dobbiamo definire una manovra economica che contrasti l'aumento dell'Iva che tuteli i risparmiatori e che offra una solida prospettiva di crescita e sviluppo sociale», assicura dedicando anche un capitolo al sistema fiscale. «Vorrei un Paese dove le tasse le paghino tutti, ma proprio tutti, ma le paghino meno», sottolinea Conte.
E ancora, con richiami alla sensibilità delle basi elettorali in sintonia del Movimento e del Pd, Conte disegna un Paese «nel quale la Pubblica amministrazione non sia permeabile alla corruzione e sia amica dei cittadini e delle imprese, con una giustizia più equa ed efficiente».

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FORTE AMBIZIONE
Certamente il premier incaricato delinea un programma di legislatura - e forse ancor più ambizioso - nel quale non manca quasi niente per fornire spunti e suggestioni che archiviano concettualmente il sovranismo leghista: «istruzione di qualità ma aperta a tutti»; «ricerca e sofisticate tecnologie»; «tutela dell'ambiente e della protezione delle bio-diversità e dei mari». E non poteva mancare la stoccata finale: serve un governo che costruisca le condizioni per un «Mezzogiorno finalmente rigoglioso di tutte le sue ricchezze umane, naturali, culturali». Forse è vero che non si tratta di un Conte bis ma di un Conte due.
Ora la domanda è: quando si presenterà Conte al Quirinale per sciogliere la riserva? Forse mercoledì. Il che suscita qualche malumore fra i Dem per i tempi lunghi. Intanto il premier inizia le sue consultazioni e incassa il sostegno di leu. Agli incontri previsti per oggi Lega e Fdi andranno, ma non con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che chiamano le piazze contro il nuovo governo.

La corsa di Conte, che Mattarella ha chiesto sia rapida, ha un traguardo non ancora scontato.Restano forti le tensioni Fra dem e pentastellati sui vicepremier perché il pd ne vorrebbe solo uno per sé. E restano forti anche i contrasti d'opinione dentro il Pd quanto nei 5Stelle.
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Il Messaggero