Lezione a porte chiuse su Machiavelli al corso di politica di Matteo Renzi, la tiene il professor Gianluca Briguglia. Alla fine il senatore prende il microfono e spiega agli...
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Difficile mentre il Pd sta per mettersi al tavolo con il nemico giurato degli ultimi anni per tentare di formare una nuova, clamorosa maggioranza di governo. Un esito auspicato a dir poco dall'ex Rottamatore, che per primo ha proposto l'intesa, scavalcando il segretario Nicola Zingaretti. Il quale, di fronte al fatto che Renzi insista ancora oggi con i suoi di aver sventato il presunto sabotaggio, interviene duro: «Non è mai esistita ovviamente nessuna manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l'ipotesi di un nuovo Governo - scrive in una nota il leader dem - e sostenerlo è ridicolo e offensivo».
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«Stiamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di svolta per cambiare l'Italia - afferma ancora Zingaretti -; e questo passa per uno spirito unitario, per difendere contenuti storia e valori del Pd».
Gli dà manforte il vicesegretario vicario Andrea Orlando: Facciamo tutti un po' silenzio. Nel partito gli esponenti della maggioranza stigmatizzano l'uscita di Renzi, da Francesco Boccia a Gianni Cuperlo. A difenderlo Ettore Rosato, vicepresidente della Camera: Non c'è nessuna minaccia, solo la fedele ricostruzione di ciò che è successo ieri. E la difesa della linea espressa uscendo dalle consultazioni dal segretario Zingaretti con cui Renzi è in costante contatto.
La guerriglia strisciante nel partito che avvia il dialogo con il MoVimento sembra spegnersi nelle ore pomeridiane e serali, quando arrivano i primi esiti positivi dell'incontro tra le due delegazioni. Renzi è chiuso di nuovo in sessione a porte chiuse al Ciocco con i suoi allievi, nel resort sulle colline sfilano parlamentari Pd per i tavoli tematici con i ragazzi in stile Leopolda. Ma prima della tregua il senatore ai suoi - e non solo a loro - affida altri messaggi. Ragiona su possibili premier - il nome nuovo è l'ex ministro Massimo Bray -, poi su Zingaretti dice: »Nicola deve decidere se vuole dare il colpo di grazia a Salvini, che mi sembra un pugile suonato, formando un governo che lo tenga lontano dal potere - avrebbe detto Renzi -, oppure dargli l'opportunità di rialzarsi con le elezioni. Ha più interesse a liberarsi di lui o dei renziani in Parlamento (attraverso il voto, ndr)?.
Sullo sfondo, la pistola sempre carica della scissione.
Il Messaggero