«Con Juncker cercherei un compromesso, ho visto da parte del'Ue in questi anni una disponibilita' al compromesso e sempre il governo italiano e' riuscito a dare...
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«Per favore, non parliamo di patrimoniale che in Italia si rivolgerebbe non contro i super ricchi ma contro il ceto medio», ha detto l'ex premier. «Il Pd e' chiamato ad assecondare le modalità che il Presidente della Repubblica assumerà per uscire dalla crisi: detto questo se c'e' una crisi fragorosa la risposta piu' normale e' andare al voto. Ma questo spetta al Capo dello Stato». E ancora: «Tornare al voto non sarebbe un dramma. Vedo molto probabile le elezioni nel prossimo anno: non riesco a vedere - aggiunge - come questa maggioranza possa fare la prossima legge di bilancio».
«Il rancore non fa bene al partito democratico.
«Con Juncker cercherei un compromesso, ho visto da parte del'Ue in questi anni una disponibilità al compromesso e sempre il governo italiano è riuscito a dare a Ue l'idea che stava andando nelle direzione giusta. Quello che ha stupito l'Europa è l'atteggiamento dell'attuale governo improntato all'idea del 'tiro dritto'. Io temo che se questa sarà l'impostazione sarà una cena abbastanza inutile», ha continuato Gentiloni a proposito della cena stasera tra il premier Giuseppe Conte e Jean Claude Juncker sulla manovra. «Va cercato un compromesso».
«Se cade il governo, a mio parere, la soluzione migliore sarebbe il ritorno al voto. Il fallimento di questo governo sarebbe un fatto da sancire con una consultazione popolare. Io credo sia molto probabile che si voti quest'anno. Non riesco a vedere come questa maggioranza possa riuscire a fare la prossima legge di bilancio». E ancora: «La manovra ipotizza numeri per l'anno prossimo che non stanno né in cielo né in terra. E' questo forse quello che irrita di più i mercati e le istituzione Ue: una manovra che non ha nulla di espansivo viene spacciato come una manovra che produrrà crescita».
«Mi piacerebbe che il congresso si facesse un po' prima di quanto sembra. Io lo farei il prima possibile. Si è votato il 4 marzo, metterci un anno mi sembra un po' troppo», ha detto Gentiloni. Quanto ai candidati, Gentiloni ribadisce l'appoggio a Zingaretti: «E' la candidatura che ha il tasso novità maggiore. Ma io farò soprattutto il tifo per il Pd e per la sua unità».
«Il rancore non fa bene al partito democratico. Io cerco di non partecipare», ha concluso l'ex premier quando gli viene chiesto un commento su Matteo Renzi che ha puntato il dito su chi lo critica oggi e non quando stava al governo. «Renzi? Io sto alla Camera, lui sta al Senato...». «Abbiamo davanti una sfida delicatissima contro un governo che ritengo pericoloso, anche se rispetto le decisioni degli elettori. Nel Pd dobbiamo fare una discussione congressuale e non dobbiamo alimentare diatribe tra di noi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero