Genitori di Andrea Scanzi, il giornalista: «Sono un care giver». La procura apre un'inchiesta

Genitori di Andrea Scanzi, il giornalista: «Sono un care giver». La procura apre un'inchiesta
Il caso del vaccino anti Covid al giornalista Andrea Scanzi: la procura di Arezzo, guidata dal procuratore Roberto Rossi, ha aperto ieri un'indagine. A...

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Il caso del vaccino anti Covid al giornalista Andrea Scanzi: la procura di Arezzo, guidata dal procuratore Roberto Rossi, ha aperto ieri un'indagine. A Scanzi è stata somministrata una dose di AstraZeneca venerdì scorso dopo che il suo nome era stato inserito nella lista della "panchina vaccinale". Il fascicolo è un modello 45, senza cioè indagati e senza ravvisare al momento reati specifici. Nel fascicolo per ora sarebbero stati inseriti solo una serie di articoli di giornali che si sono occupati della vicenda.

Il fascicolo conoscitivo è stato aperto dopo una segnalazione del nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri di Arezzo. I militari hanno raccolto tutto ciò che emerso sul caso: insieme alle notizie di stampa, anche le indicazioni dei programmi televisivi che si sono occupati del caso e le comunicazioni dello stesso Andrea Scanzi fatte attraverso i social. 

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Panchina vaccinale

Come funziona la somministrazione delle dosi residue del vaccino a fine giornata? Il commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Paolo Figliuolo, ha firmato un'ordinanza che permette di iniettare le fiale che rimangono a fine giornata. 

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Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha detto che aprirà un'istruttoria per capire cosa è successo, e se effettivamente poteva essere somministrata quella dose di vaccino al giornalista. «Il generale Figliuolo ci ha detto che con molta concretezza, e io lo condivido e l'ho apprezzato, dobbiamo pensare a vaccinare, noi dobbiamo vaccinare», ha detto Giani. Il governatore toscano ha ribadito che «noi più vacciniamo è meglio è, noi dobbiamo pensare alla concretezza. Io onestamente il fatto di fare tutte queste campagne sulla giustizia o meno di quello e quell'altro, noi manteniamo gli assoluti livelli di correttezza. Però quando si vaccinano, come abbiamo vaccinato in Toscana, 520.000 persone, più di mezzo milione di persone fino ad oggi, io agli aspetti formali guardo, ma guardo anche soprattutto alla realtà, al fatto che non vadano sprecate le dosi e si possa vaccinare il più possibile». 

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La replica di Scanzi: «Non ho rubato il vaccino a nessuno»

Il giornalista ha scritto su Facebook che è stato fatto tutto in piena regola e ha ribadito che la vaccinazione è stata possibile perché i suoi genitori sono persone fragili dal punto di vista sanitario. «Il tecnicismo sanitario li ritiene fragili, ma sono molto più forti di me - ha scritto su Facebook - Non ho rubato il vaccino a nessuno e men che meno a loro, perché le persone fragili non possono fare Astrazeneca. Mi sono iscritto alla lista dei panchinari per rendermi disponibile a ricevere un’eventuale dose in casi estremi (dosi buttate via) e nel pieno rispetto delle regole. Ho le chat private che comprovano ogni cosa che dico. Non ho mai neanche lontanamente pensato di sfruttare le cartelle cliniche delle due persone a cui più sono legato. Ho solo detto al mio medico curante, ancor più dopo l’appello di Figliuolo otto giorni fa: “Se una dose la buttate via, io son qua. Nel pieno rispetto della legge. Altrimenti non chiamatemi”». Cosa ha permesso esattamente la vaccinazione, dunque? La categoria a cui dice di appartenere Scanzi è quella del care giver, la persona che assiste altre persone non completamente autosufficienti. Ed effettivamente la Asl Toscana Sud Est inserisce tra i possibili panchinari personale docente e non docente della scuola, forze dell'ordine, forze armate, persone nate tra il 1941 e il 1950 e poi, alla fine i conviventi o care giver di persone estremamente vulnerabili. Quest'ultima sarebbe la categoria a cui dice di appartenere Scanzi.

Verbo al condizionale perché che il giornalista sia un care giver è da dimostrare: la polemica infiamma, tra le tante cose, anche su questo. Il sito Dagospia ha scritto che Scanzi si è concesso una settimana di relax in un hotel a Merano e da questo albergo avrebbe annunciato il suo imminente vaccino in virtù del fatto che si occupa dei suoi genitori.

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La polemica: «La Rai chiuda il contratto a Scanzi»

Il primo è stato Michele Anzaldi a chiedere che, ora è il caso che la tv pubblica con cui Scanzi ha un contratto (conla trasmissione Carta Bianca), chiuda qui la collaborazione. E oggi tuona su Facebook anche Maria Elena Boschi: «C'è un giornalista pagato dalla Rai, dal Fatto Quotidiano e da La7 per insultarci costantemente in TV. Si chiama Andrea Scanzi. La sua volgare mediocrità non merita commento». Così capogruppo di Italia Viva alla Camera dei deputati sulla sua pagina Facebook.

«Ma ciò che io trovo vergognoso - continua - è che Andrea Scanzi, già sostenitore della tesi «il coronavirus è solo un raffreddore», si sia vaccinato in Toscana, non solo saltando la fila ma mettendo insieme una squallida lista di bugie. Ha detto che doveva fare il caregiver dei suoi genitori e vorrei capire quando, visto che è sempre in giro. Peraltro i suoi genitori fortunatamente stanno bene. Ha detto che si è iscritto a una lista di riserva e si è scoperto che la lista semplicemente non esisteva. Ha detto di aver rispettato le regole quando invece le ha violate in modo squallido, mentendo a tutti». «Si dice: ma le regole in Toscana sono così. No, le regole non sono così. Scanzi non poteva vaccinarsi - rimarca Boschi - In Toscana una come me - che è avvocato - avrebbe potuto vaccinarsi un mese fa. E chi tra i miei colleghi lo ha fatto, ha rispettato le regole. Se non l'ho fatto io, nonostante abbia voglia come tutti di tornare ad abbracciare i miei nipotini, è stato per evitare polemiche dei moralisti contro di me. Pensate che quando sono stata a Otto e Mezzo anziché parlare della crisi di governo mi hanno fatto il processo perché - in un parco pubblico - ho baciato il mio fidanzato abbassando la mascherina: chissà cosa avrebbero detto se mi fossi vaccinata, rispettando le regole ma prima di altri. Chissà se Lilli Gruber adesso incalzerà il suo opinionista prediletto Scanzi per il vaccino come ha fatto con me per un bacio con la mascherina abbassata. Scanzi infatti - continua - non aveva nessun titolo per saltare la fila: ha fatto prevalere la sua arroganza, le sue paure, le sue menzogne. E adesso dice addirittura che dovremmo ringraziarlo».

«Mi domando - prosegue - : ma perché gli italiani devono pagare con i soldi del canone Rai un uomo così? Perché ormai è chiaro che tipo di moralismo senza morale abita la redazione del Fatto Quotidiano: il loro odio contro di noi provoca due pesi e due misure, sempre. Ma la Rai? Chi ha deciso che dobbiamo pagare il canone per un bugiardo come Scanzi?»

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Il Messaggero