L'Italia salderà il debito con gli USA per i lotti degli F35 ancora in sospeso. La ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha dato il via libera al pagamento dei 389...
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Fin dall'esordio, l'attuale governo aveva dichiarato di voler rivedere gli accordi per l'acquisto degli F35, se non bloccando almeno riducendo il numero dei velivoli da comprare (90 quelli previsti finora).
Per questo, era stata chiesta una valutazione tecnica sulla partecipazione dell'Italia al programma Joint Strike Fighter (Jsf), cacciabombardiere assemblato da Leonardo (ex Finmeccanica) per conto di Lockheed Martin nello stabilimento Faco di Cameri (Novara).
Lo studio sarebbe dovuto arrivare a inizio 2019; secondo fonti governative sarebbe concluso ma al momento non sono trapelate indiscrezioni sul contenuto.
Il governo vorrebbe ridiscutere la partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter nel corso di un prossimo bilaterale Italia-USA, ma non è detto che riesca nel suo intento.
Gli Stati Uniti di Donald Trump esigono il rispetto degli accordi ma è soprattutto il comparto produttivo italiano che subirebbe un colpo durissimo.
Gli F35 occupano un posto di primissimo piano per l'industria aeronautica italiana, in particolare nel distretto aerospace lombardo-piemontese, con lo stabilimento di Cameri scelto come hub logistico e circa 80 aziende impegnate nella loro realizzazione.
Infine, c'è stata la presa di posizione del Consiglio Superiore della Difesa, presieduto il 7 marzo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto di andare avanti. "Le limitate disponibilità finanziarie impongono di procedere, con celerità e determinazione, nel processo di razionalizzazione delle Forze Armate, concentrando le risorse sulle capacità realmente necessarie per l'assolvimento dei compiti primari per garantire la sicurezza del Paese", si legge nella nota emessa dal Quirinale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero