Europee, dopo il vertice Schlein-Bonaccini a che punto è la trattativa per le elezioni? Nodi e punti di contatto

Le candidature civiche agitano il Nazareno. Questa mattina il vertice degli eurodeputati uscenti: "Elly tenga conto di chi ha portato risultati"

Elly Schlein e Stefano Bonaccini
Se ne riparla dopo Pasqua. Con l'auspicio che nel frattempo i nodi si siano allentati. Si sono lasciati così, Elly Schlein e Stefano Bonaccini, dopo quasi tre ore di...

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Se ne riparla dopo Pasqua. Con l'auspicio che nel frattempo i nodi si siano allentati. Si sono lasciati così, Elly Schlein e Stefano Bonaccini, dopo quasi tre ore di confronto giovedì mattina al Nazareno. Sul tavolo, la questione delle liste Pd per le Europee. Una matassa tutt'altro che facile da sbrogliare, per la segretaria dem. Che come sempre quando la questione è delicata, ha affidato il dossier al suo "uomo macchina" nella segreteria, il responsabile Organizzazione dem Igor Taruffi. 

Il "panino"

Procedere coi piedi di piombo, è l'ordine di scuderia. Ma allo stesso tempo, applicare uno schema che ormai è definito nelle sue linee generali. Il metodo è quello del "panino": una capolista civica, quasi sempre donna, seguita da un politico (uomo, per via dell'alternanza di genere). E, in terza posizione, la segretaria, pronta a correre in tutte e cinque le circoscrizioni per tirare la volata alle liste. Un impianto che però continua a far mugugnare. Un po' perché porterebbe al paradosso per cui il presidente dem, Stefano Bonaccini, verrebbe piazzato come numero due (probabilmente sotto ad Annalisa Corrado, l'ingegnera anti-termovalorizzatore papabile front-woman nel Nord-est). E "non si è mai visto che il presidente del partito e governatore di una regione non sia schierato capolista", si ragiona nella minoranza interna. Un po' perché le cinque candidature civiche (oltre a Corrado in pista c'è Lucia Annunziata, e poi si fanno insistentemente i nomi di Ceclia Strada, Chiara Valerio, Marco Tarquinio) finirebbero inevitabilmente per togliere spazio e visibilità ai (molti) dirigenti di partito che puntano a Bruxelles. Tra questi, per citarne alcuni, il sindaco uscente di Firenze Dario Nardella e l'ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ancora non ha sciolto le riserve.

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Il vertice

E poi c'è il fronte degli eurodeputati uscenti. A cominciare dalle donne. Sul piede di guerra perché per loro il "panino" rischia di essere molto indigesto. Tradotto: potrebbero scivolare giù nelle liste. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, potrebbe addirittura finire quinta, dietro Annunziata, Antonio Decaro, Schlein e Sandro Ruotolo. "Ma così - è la lamentela - si penalizza chi in questi cinque anni ha lavorato in Europa portando a casa risultati". Ed è anche di questo che si è parlato nel vertice del gruppo dem a Bruxelles di questa mattina. Da cui è partito un coro rivolto alla segreteria: gli uscenti (se non tutti, almeno una buona parte) devono essere schierati in posizione eleggibile. Vale a dire, se non in testa, almeno come secondo o terzo nome. 

Eccolo, l'elenco delle "doglianze" che Bonaccini ha rappresentato alla segretaria. Con una premessa, anzi due. "Non voglio creare divisioni tra noi", è il primo messaggio recapitato a Schlein dal governatore romagnolo. Il secondo: "Se riterrai di candidarti, noi ti sosterremo con convinzione, perché il tuo nome sulla scheda può essere un valore aggiunto". La leader dem ha preso atto, ha spiegato che "non ci sono decisioni già prese" (né sul "panino", né sulla sua corsa in prima persona) e ha concluso con un "aggiorniamoci dopo Pasqua". Con l'auspicio che qualche giorno di vacanza contribuisca ad addolcire gli animi. 

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Il Messaggero