Se il sospiro di sollievo si trasforma in euforia per una presunta vittoria c’è da attendersi il post sbornia, solitamente per molti complicato. A sinistra è...
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Il giorno dopo la mancata sconfitta i risultati vengono invece utilizzati per rafforzare il governo e una maggioranza che sino a domenica sera si preoccupava di sostenere che il voto regionale non c’entrava a nulla con la tenuta della coalizione. “È stata una vittoria di popolo”, spiegava a caldo il riconfermato presidente della Campania Vincenzo De Luca sostenendo che nel suo quasi settanta per cento di consensi ci fosse molto più dei voti di sinistra. Un ragionamento che può essere applicato anche al voto in Veneto dove Luca Zaia ha superato il 76%. Se fosse facile trasferire sul piano nazionale i voti raccolti alle elezioni regionali si potrebbe sostenere che da solo Zaia è in grado di superare anche lo sbarramento elettorale del 5% previsto nella legge elettorale in discussione.
I problemi dell'Esecutivo
Effetti ottici a parte, i problemi per l’esecutivo restano tutti e se vogliamo amplificati da una costante caduta verticale del M5S che perdono consensi in ogni consultazione. Evitare che la crisi sanitaria avviti in maniera irrecuperabile la crisi della nostra economia certificata da prima del Covid, è ora il compito che attende il governo. Il tempo è poco anche per molto ne è stato perso in tavoli e stati generali nei parchi. La direzione non è chiara, non si comprende certo dalle fumose linee guida del Recovery tantomeno dall’incertezza che continua ad avvolgere l’utilizzo del Mes. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero