Piemonte torna al centrodestra, Cirio annuncia: «La Tav si farà». Chiamparino verso l'addio

Il centrodestra torna alla guida del Piemonte e, sull'onda lunga del successo della Lega, strappa al centrosinistra l'ultima Regione che ancora governava. Alberto Cirio,...

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Il centrodestra torna alla guida del Piemonte e, sull'onda lunga del successo della Lega, strappa al centrosinistra l'ultima Regione che ancora governava. Alberto Cirio, già assessore regionale ed eurodeputato, è in testa col 49,6% dei consensi quando al termine dello scrutinio mancano poco più di mille seggi. «C'è bisogno di ripartire, mi metterò subito a lavorare», promette Cirio, fedele al motto della sua campagna elettorale, «un'altra velocità per il Piemonte». Ammette la sconfitta Sergio Chiamparino, indietro di oltre dieci punti. «Spero faccia meglio di me, ma la sua maggioranza sarà a trazione leghista e quindi credo prevarranno i muri sui ponti», sostiene aprendo all'ipotesi di dire addio alla politica. 


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Al governatore uscente non è servito il recupero del Pd a Torino, dove è tornato oltre il 30%, a scapito soprattutto del Movimento 5 Stelle, che nel capoluogo amministrato dalla pentastellata Chiara Appendino è crollato al 13,13%. L'exploit della Lega, ben oltre il 40% in tutte le province, ha fatto la differenza a favore del centrodestra. Quasi un referendum per la Tav, per il leader del Carroccio Salvini. Un risultato «non inaspettato, che deve essere compreso e rispettato», per la prima cittadina pentastellata, per la quale l'esito delle urne suona come una bocciatura. «Non smetteremo mai di occuparci, con maggiore forza, dei tanti problemi che riguardano tutti i torinesi», aggiunge, assicurando sostegno a Di Maio e esortandolo «a proseguire con le importanti iniziative di governo avviate».

Cirio, langarolo di Sinio, dove la famiglia produce nocciole, milita dal 2004 in Forza Italia, dove è approdato dalla Lega, di cui ha conservato un certo spirito. «Ha interpretato molto bene l'onda politica nazionale che c'è nel Paese», sostiene Chiamparino, che per primo ha telefonato all'avversario per complimentarsi con lui. «Ho combattuto quest'ultima battaglia e l'ho persa. Non credo di avere più molto da dire», aggiunge il governatore uscente, aprendo all'ipotesi di rinunciare a fare il consigliere regionale. «Ho 71 anni... Non sbatto la porta, né faccio colpi di testa. Metto a disposizione il mio seggio - spiega - mi sembra ragionevole farlo se si sono soluzioni che portano una ventata di energia nuova».


Finisce un capitolo, per il Piemonte, e se ne apre uno nuovo. «Siamo la Regione del Nord Italia che cresce di meno, è quella che ha purtroppo ancora i tassi di disoccupazione più elevati Abbiamo bisogno di fare subito tanto lavoro con una squadra fresca e dinamica, con tanta energia», rileva Cirio, che nei prossimi giorni metterà a punto una giunta «di persone capaci e con i piedi ben piantati per terra». Con Forza Italia all'8% e Fratelli d'Italia al 5,4%, a farla da 'padronà sarà inevitabilmente la Lega, che - assicura - «avrà gli spazi adeguati». Quanto al rapporto con l'Appendino, che con Chiamparino era ottimo, Cirio non ha dubbi: «Sarò il suo primo alleato quando lavoreremo insieme per il futuro del Piemonte - dice - ma anche fermo oppositore se dovessero verificarsi altre situazioni, come quelle delle Olimpiadi, perché non farle qui è un danno incommensurabile».
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Il Messaggero