Alla libreria Feltrinelli, nel centro di Pescara, il giorno dopo del voto si parla dell'"insostenibile leggerezza dell'essere" dei grillini. Ovvero si ragiona -...
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L'opinione prevalente è quella della leggerezza che significa inconsistenza nella gestione politico-amministrativa e questo avrebbe provocato la fuga dei voti grillini verso la destra e verso la sinistra. "L'effetto Raggi è arrivato fino qui", ragiona un anziano professore di liceo in pensione. Cioè? "M5S ha mostrato, amministrando Roma, di non vare le capacità tecniche e le visioni politico-culturali che sono necessarie per governare le realtà locali e quelle nazionali. Gli abruzzesi somo gente pratica, hanno capito il problema e lo hanno risolto cambiando voto o non andando a votare".
E così la sconfitta è anzitutto una sconfitta di Di Maio, che aveva fatto dell'Abruzzo il centro della proprio svolta di lotta: e il No Tav grillino è stato fulcro della campagna elettorale, anche se della Torino-Lione se ne infischiano dalle parti del Gran Sasso, come hanno dimostrato i dati. E si ragiona di bipolarismo in Abruzzo. Stava per formarsi qui, ma in chiave nazionale, il nuovo bipolarismo tra destra leghista e sinistra grillina, e invece no. Riparte da questa regione il vecchio bipolarismo. Con il centrosinistra al 30 per cento, e il centrodestra al 50. I grillini solo al 20, cioè terzi in classifica. E così molto probabilmente sarà anche nel voto del 20 febbraio in Sardegna.
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Il Messaggero