Blitz dei vigili nei terreni di Di Maio padre: sequestrate 3 aree, trovati rifiuti inerti

Il sopralluogo è durato tre ore. Con tre agenti della polizia municipale anche due addetti dell'ufficio tecnico e due rappresentanti della famiglia di Di Maio. Al termine delle...

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Il sopralluogo è durato tre ore. Con tre agenti della polizia municipale anche due addetti dell'ufficio tecnico e due rappresentanti della famiglia di Di Maio. Al termine delle verifiche, nel terreno, adiacente ad un vecchio stabile del Comune di Mariglianella (Napoli), di comproprietà di Antonio Di Maio, padre di Luigi, vicepremier e ministro del Lavoro, sono state sequestrate tre aree perché tecnici e vigili vi hanno trovato alcuni rifiuti inerti, come calcinacci e veccie lamiere ed è stata accertata la presenza di quattro piccoli manufatti realizzati senza permesso. 


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Un sopralluogo disposto dopo le polemiche dei giorni scorsi scaturite dal servizio delle 'Ienè il cui inviato, Filippo Roma, denuncia di aver ricevuto minacce da simpatizzanti dei 5 Stelle e che ha visto alcuni abitanti protestare contro la stampa. Si tratta, come si è appreso, di strutture pertinenziali realizzate nel passato (come un box con il tetto di lamiera per custodire gli attrezzi da lavoro) alla vecchia masseria risalente all'inizio del secolo scorso. Accanto all'edificio, che sorge a ridosso della scuola elementare del paese, anche un campetto di calcio e un piccolo orto. Sulle verifiche di oggi il ministro del Lavoro, ha parlato da Bruxelles dicendosi «assolutamente tranquillo»: «Stamani c'è stato il sopralluogo della polizia municipale, a Mariglianella, in provincia di Napoli, in questa campagna di mio padre dove sono stati posti sotto sequestro secchi, bidoni, una carriola, calcinacci, teli e ora saranno fatti accertamenti sugli edifici. Sono terreni di mio padre e mia zia, tutto quello che c'è da fare lo faranno». 
 


Intanto è arrivata la «solidarietà» di Matteo Salvini che ha parlato di «linciaggio» nei confronti dell'alleato di governo. «Siete venuti in tanti alla ricerca dello scoop. Non lo farete. Andate altrove a scoprire gli scandali», hanno urlato a cronisti alcuni residenti di Mariglianella (Napoli) durante il sopralluogo della polizia locale nel terreno di corso Umberto. A Mariglianella, comune che ora conta circa 8000 abitanti (molti hanno trovato casa provenienti anche da altri comuni della zona), sono in tanti che stimano la famiglia Di Maio. Anche il sindaco Felice Di Maiolo (centrodestra) precisa: «Quella dei Di Maio è una famiglia di persone rispettabili e stimate è però da tempo che non li vedo perché si sono trasferiti a Pomigliano d'Arco». Per diversi cittadini di Mariglianella il vicepremier «è l'orgoglio della nostra nazione; è uno che vuole cambiare realmente il Paese». Elena, cugina del papà del Ministro al Lavoro in una lunga lettera pubblicata su Fb sostiene che la famiglia è «unita» e proprio per questo «ci siamo sentiti attaccati tutti personalmente». «Siamo rimasti scioccati da quanto è successo, da quello letto e visto. Credo che nemmeno il più incallito camorrista si sia visto un drone che girava di fronte casa», ha scritto ancora la zia del ministro. Intanto sulla vicenda del lavoratore che ha detto di aver lavorato al nero nella ditta edile del padre del vice premier il presidente dell'Inps, Tito Boeri, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha detto che il controllo «spetta all'Ispettorato del lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero