Decreto Flussi 2023, ecco in cosa consiste e cosa cambia rispetto agli anni scorsi

Ecco quali sono le nuove regole per assumere manodopera extracomunitaria

Il "Decreto Flussi" - DPCM del 29 dicembre 2022 - è un decreto ministeriale approvato dal governo allo scopo di fissare le quote dei lavoratori stranieri che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il "Decreto Flussi" - DPCM del 29 dicembre 2022 - è un decreto ministeriale approvato dal governo allo scopo di fissare le quote dei lavoratori stranieri che possono fare ingresso in Italia per lavorare. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio 2023. 

Il nuovo Decreto fissa una quota massima di ingressi pari a 82.705 lavoratori stranieri, di cui 44.000 posti riservati agli ingressi degli stagionali. Le quote fissate per gli ingressi per motivi di lavoro non stagionale e autonomo sono 38.705 unità, di cui la stragrande maggioranza (30.105 unità) riservate agli ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell'autotrasporto, dell'edilizia e turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell'alimentare e della cantieristica navale.

Le novità 

Secondo quanto riferisce il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la novità dell'ultimo Decreto Flussi riguarda l'obbligo per il datore di lavoro verificare, presso il Centro per l'Impiego competente, che non vi siano lavoratori già presenti in Italia disponibili per la mansione richiesta, prima di assumere manodopera al di fuori dell'Unione Europea

Senza questa verifica, dunque, il datore di lavoro non potrà inviare la richiesta di nulla osta al lavoro subordinato allo Sportello Unico per l'Immigrazione: si tratta di una dichiarazione con cui l'Amministrazione attesta che non esistono impedimenti all'ingresso e al soggiorno in Italia del cittadino extracomunitario che intenda appunto prestare un'attività lavorativa a carattere subordinato.

Altra importante novità di quest'anno - in parte già sperimentata in occasione del Decreto flussi 2021 - consiste nel fatto che, trascorsi 30 giorni dalla presentazione delle domande senza che siano emerse le ragioni ostative, il nulla osta viene rilasciato automaticamente dallo Sportello Unico per l'Immigrazione e inviato alle ambasciate italiane dei Paesi di origine, le quali dovranno poi rilasciare il visto di ingresso per ragioni di lavoro entro venti giorni dalla domanda.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero