La crisi in salsa grillina e il politichese della Prima Repubblica

La crisi in salsa grillina e il politichese della Prima Repubblica
I “due forni” ma anche “le pregiudiziali”. M5S non doveva rivoluzionare oltre  che la politica il linguaggio della politica? Macché. La crisi...

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I “due forni” ma anche “le pregiudiziali”. M5S non doveva rivoluzionare oltre  che la politica il linguaggio della politica? Macché. La crisi in salsa grillina ripropone tutto l’armamentario del politichese della Prima Repubblica. Così si ragionava allora,  al tempo di Andreotti. Il Psi vuole una banca, un ministero, una leggina di favore? Gli converrà abbassare la cresta, sennò la Dc può sempre trovarsi un altro fidanzato. E così, mutatis mutandis, si ragiona ora nelle 5 stelle. Dove come nell’epoca dell’Arnaldo, inteso come Forlani, fioccano i “preamboli”, i “pontieri”, le cene segrete  (niente streaming, quello è troppo moderno e al tempo dello Scudo Crociato non esisteva), i veti e i controveti, i caminetti dei maggiorenni (non più a Piazza del Gesù ma  nella villa di Grillo a Bibbona), l”impegno costrittivo”,  “la via maestra” (comprensiva di “subordinate”), gli “ostacoli non insormontabili” (ma anche quelli “sormontabili”) e via così straparlando. In un piccolo mondo antico che si ripropone a dispetto della rivoluzione. 

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Il Messaggero