Tra flash mob e mini manifestazioni riecco la piazza italiana

Tra flash mob e mini manifestazioni riecco la piazza italiana
Prima erano solo i balconi. E si cantava, non si protestava, ci si rincorreva con le voci da un condominio all’altro, per sentirsi più vicini dotto il morso del...

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Prima erano solo i balconi. E si cantava, non si protestava, ci si rincorreva con le voci da un condominio all’altro, per sentirsi più vicini dotto il morso del virus. Poi ci si è rinchiusi in casa, nella speranza che il contagio passasse. Ora la fase 3, quella del ritorno della piazza. Piazze politiche, piazze della categorie che vogliono più ascolto da parte del governo, piazze ancora limitate ma piazze che cresceranno quando le misure di lockdown si attenueranno. Ecco allora che Matteo Salvini non fa che dire: «Dobbiamo trovare il modo di fare una protesta di piazza». Ha pensato di far andare i leghisti nelle file davanti ai supermercati con cartelli con su scritto «libertà» e ora sta immaginando altre iniziative di piazza. Mentre in piazza la Meloni, pur bocciando la tentazione di piazza di Salvini, c’è già andata insieme ai suoi parlamentari muniti di patriottiche mascherine tricolore.


Per dire che l’Italia non è contenta di Conte. Intanto delegazioni di commercianti - senza insegne di partito anzi gridando «i partiti si mettano insieme per aiutare il nostro Paese» - ieri sono scese in piazza a Udine, Savona, a Bari, a Firenze, a Pavia. E altre manifestazioni di questo tipo si stanno organizzando, nel rispetto del distanziamento sociale e con mascherine sul volto dei presenti, in altre parti d’Italia. In provincia di Vicenza, a Breganze, poco più di ottomila anime, i negozianti l’altra sera hanno sventolato in piazza le chiavi dei loro locali chiusi per lockdown e che «rischiano di non riaprire più». I commercianti per ora sonoi la categoria che per prima ha riscoperto, con la dovuta cautela, la piazza. Chiedono di poter riaprire il prima possibile, chiedono soldi al governo. Soldi freschi. E subito: «Perché è già tardi». Si tratta di flash mob, presidi di pochi minuti. Per ora. Ma il segnale è chiaro: il paesaggio delle città italiane nelle prossime settimane sarà meno deserto perché popolato anche dal rumore delle persone non più spaventate dal morbo ma dal futuro.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero