Coronavirus, Parlamento a funzionalità limitata: decreti accorpati e ipotesi televoto

Potrebbero essere accorpati i due decreti legge finora varati dal governo per fronteggiare la crisi economica del coronavirus, il primo del 2 marzo e il secondo approvato ieri dal...

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Potrebbero essere accorpati i due decreti legge finora varati dal governo per fronteggiare la crisi economica del coronavirus, il primo del 2 marzo e il secondo approvato ieri dal Consiglio dei ministri, con il primo che diverrebbe un emendamento del secondo.


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È una ipotesi a cui si sta lavorando in queste ore sia al Senato che alla Camera anche per facilitare il problema di come il Parlamento possa discutere e votare questi provvedimenti osservando le misure di contenimento del virus. Su questo punto è ancora aperto il dibattito se ricorrere o meno al voto a distanza.

Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri ha le dimensioni, in termini di risorse ma anche di lunghezza del testo, di una vera manovra di Bilancio, il che spingerebbe a una sorta di mini sessione di Bilancio. In tal senso Senato e Camera stanno studiando l'idea di effettuare insieme le audizioni (come avviene per la Legge di Bilancio). Audizioni da svolgere in streaming,visto il coronavirus. Il problema principale, oltre ai tempi stretti di esame, è sempre quello di osservare le norme igienico-sanitarie di contenimento.

All'interno degli stessi gruppi parlamentari ci sono divisioni tra chi sostiene la necessità del voto a distanza e chi propone invece di far riunire la Commissione Bilancio in una sede più ampia, come la stessa Aula del Senato, per consentire un esame e un voto tradizionale. Se si dovesse scegliere la prima ipotesi occorrerà probabilmente una indicazione della Giunta del Regolamento, con una interpretazione degli attuali regolamenti che presuppongono tutti la presenza fisica dei senatori. Il primo decreto, quello del 2 marzo, ha già iniziato l'iter in Commissione Bilancio, e venerdì alle 12 scade il termine per gli emendamenti, che verrebbe dunque sospeso in caso di accorpamento. 
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Il Messaggero