Missione in Niger e Ciad, domani e mercoledì, per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che diventa il primo capo di un governo italiano a visitare i due Paesi...
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La visita di Conte a Niamey è anche la dimostrazione di come siano state superate le incomprensioni dei mesi scorsi sulla presenza dei nostri militari in Niger. E appare come il riconoscimento del grande impegno dimostrato dl Paese sui temi della lotta al terrorismo e della lotta flussi migratori irregolari. Flussi in direzione della Libia che negli ultimi due anni si sono ridotti dell'80% e questo grazie all'adozione di una legge in Niger che ha portato allo smantellamento delle rete di trafficanti criminali. Ma anche grazie agli ingenti aiuti arrivati dall'Unione Europea e dall'Italia, con la fornitura di mezzi ed equipaggiamento per il controllo dei confini e con i fondi per programmi di sviluppo per la popolazione, alternativi ai business illegali. Il Niger, dopo il collasso dello Stato libico, è di fatto diventato la frontiera meridionale dell'Europa. E la sua relativa stabilità, rispetto ad altri Paesi della regione, come il Ciad o il Burkina Faso, ne fa un argine contro i flussi migratori, un interlocutore privilegiato in una regione difficile, esposta a gruppi terroristici e bande criminali. Secondo recenti dati dell'« Africa Center for strategic studies», gli attacchi violenti legati all'attività di gruppi di estremisti islamici nella regione del Sahel sarebbero triplicati negli ultimi 12 mesi.
I temi affrontati nella visita a Niamey saranno speculari a quelli in discussione nella visita a Ndjamena - dove non c'è un'ambasciata ed i rapporti sono curati dalla nostra rappresentanza in Camerun - con il focus sul contrasto ai flussi migratori e la cooperazione in materia di difesa, su cui esiste un accordo tra Italia e Ciad firmato due anni fa.
Il Messaggero