Centrodestra, Tajani: «Temono per la ricandidatura. La Capitale? C'è Gasparri»

Centrodestra, Tajani: «Temono per la ricandidatura. La Capitale? C'è Gasparri»
Presidente Antonio Tajani, il vertice del centrodestra per decidere i candidati a sindaco è saltato per gli smottamenti dentro Forza Italia? ...

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Presidente Antonio Tajani, il vertice del centrodestra per decidere i candidati a sindaco è saltato per gli smottamenti dentro Forza Italia?


«Ma no. Ci vedremo la prossima settimana e troveremo i candidati vincenti per Roma e per Milano. Torino e Napoli mi sembrano già ben avviate».
Però avete perso una ventina di parlamentari che vanno in Coraggio Italia con Toti e Brugnaro?
«Non ci sono smottamenti e non sono venti coloro che vanno via per personalismi o nel timore di non essere ricandidati. Inoltre anche da noi a breve arriveranno due europarlamentari. C'è chi arriva e chi va via non ci trovo nulla di allarmante anche perché gli smottamenti veri sono quelli che provocano gli elettori».

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Coloro che lasciano accusano Forza Italia di sudditanza alla Lega di Matteo Salvini. E' vero?
«Mi pare il contrario. Forza Italia ha avuto e ha un'identità molto forte. Siamo nel Ppe, di cui sono vicepresidente, e alleati della Lega. Nel centrodestra ci sono partiti diversi, ognuno con la propria identità. Ricordo inoltre che il primo a dire che occorreva sostenere Mario Draghi è stato Silvio Berlusconi. Poi Salvini ha apprezzato la scelta».
Quanto pesa l'assenza del Cavaliere?
«Berlusconi in questo momento non può partecipare ai vertici, ma c'è. Inoltre proprio voi sul Messaggero avete pubblicato sondaggi che a Roma ci danno sopra al 9%. Il partito sta lavorando bene e ciò che contano sono i voti non coloro che lasciano per qualche personalismo».
Nei due schieramenti le fibrillazioni sono forti e tra poco parte la campagna elettorale per i comuni. Si rischia di mettere in difficoltà Draghi?
«Assolutamente no, almeno da parte nostra e del centrodestra. Noto che chi sta creando problemi al presidente del Consiglio è il Pd anche proponendo temi divisivi, come la legge Zan e lo ius soli, che mettono in discussione l'unità nazionale nata per affrontare l'emergenza. L'attuale non è un governo di coalizione, ma di unità nazionale composto intorno a due emergenze: la sconfitta del coronavirus dal punto di vista sanitario ed economico».
Soddisfatti, dopo i primi cento giorni di governo?
«I risultati si sono già visti con il generale Figliuolo e il mezzo milione di dosi di vaccinati al giorno. Quello era il nostro obiettivo ed è stato raggiunto. Il governo di unità nazionale sta perseguendo obiettivi e ottenendo risultati che il governo di Giuseppe Conte non avrebbe mai raggiunto. E questo salto di qualità è merito anche di Forza Italia».
La maggioranza è molto vasta, ma i due schieramenti al loro interno non sembrano reggere. Perchè?
«Non penso che finirà il centrodestra come il centrosinistra. I poli sono due, anche se c'è qualcuno che è in vena di protagonismo, e il centrodestra è ancora uno schieramento solido e in grado di trovare sempre l'intesa».
Si riferisce a Toti e Brugnaro?
«Ma no, e comunque non sono questi i problemi che interessano agli italiani che in questo momento chiedono risposte alla crisi sanitaria ed economica».
Non rischiate ora di pesare meno in Parlamento al momento dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica?
«Siamo sempre il quarto gruppo parlamentare e diremo la nostra».
Tornando al voto amministrativo, sondaggi alla mano il centrodestra avrebbe una grande occasione, non rischiate di perderla litigando tra di voi?
«Nessun litigio e nessuna fretta, c'è tempo. Mi sembra che anche a sinistra non si sia ancora deciso e debbano fare le primarie. Importante è trovare un buon candidato e, soprattutto, un buon sindaco».
Civico o politico?
«L'idea è quella di trovare un candidato civico forte, vincente, riconosciuto. Se non riusciamo andremo su un politico e per me è Maurizio Gasparri».
E' la scelta del candidato per Roma che blocca?
«Non c'è un blocco, si sta discutendo. D'altra parte trovare una candidatura per una città importante come Roma non è facile. Avevamo puntato su Guido Bertolaso, ma poi ha detto di non volersi candidare. Stiamo ora valutando altre soluzioni».
E' vero che qualcuno di voi pensa sia opportuno sposare a Roma la candidatura di Carlo Calenda?


«Lo escludo, almeno non se ne è mai parlato nei vertici».


 

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Il Messaggero