Castrazione chimica, altolà M5S: il governo si spacca

Si apre un nuovo fronte nel governo. Dopo la proposta di Giulia Bongiorno, nella sua intervista al Messaggero, di introdurre la castrazione chimica per gli stupratori,  la...

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Si apre un nuovo fronte nel governo. Dopo la proposta di Giulia Bongiorno, nella sua intervista al Messaggero, di introdurre la castrazione chimica per gli stupratori,  la maggioranza si spacca.


Malumori nel gruppo M5S alla Camera per l'emendamento leghista al disegno di legge che introduce norme a tutela delle vittime di violenza e di violenza di genere, attualmente in discussione in Aula. L'emendamento in questione, che modifica l'articolo 165 del codice penale, prevede che «la sospensione condizionale della pena, nei casi di condanna» per reati come la violenza sessuale possa essere «subordinata a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido con il consenso del condannato».  Ma la norma viene vista come il fumo negli occhi da alcuni 5 Stelle. «È chiaro che non voterò un emendamento del genere. È una presa in giro dire: ti castriamo ma solo se sei d'accordo. Non è la castrazione chimica lo strumento, ma il carcere e la certezza della pena. Quello che propongono è solo propaganda politica e come me la pensano decine di miei colleghi», attacca la deputata M5S Veronica Giannone, parlando con l'Adnkronos. Non è escluso che tra i grillini qualcuno possa lasciare l'Aula al momento del voto per protestare contro l'emendamento leghista.

«Noi non prendiamo in giro le donne - sottolineano i grillini. - Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso». «La violenza sessuale in sé è infatti considerata già nel 4 bis dell'ordinamento penitenziario, per il quale reato è previsto il carcere senza condizionale. Per noi chi stupra si deve fare l'ergastolo e non deve nemmeno accedere alla condizionale. Si devono fare 30 anni di galera e deve esserci certezza della pena. Punto», spiegano le fonti pentastellate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero