Carcere agli evasori, ecco chi rischia le manette

Carcere agli evasori, ecco chi rischia le manette
L'ira degli industriali sul giro di vite anti evasione del governo. La maggioranza sembrava aver trovato un accordo sull'inasprimento delle pene detentive per chi froda il...

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L'ira degli industriali sul giro di vite anti evasione del governo. La maggioranza sembrava aver trovato un accordo sull'inasprimento delle pene detentive per chi froda il fisco. Ma i due emendamenti al decreto fiscale dei relatori della Commissione finanze della Camera hanno provocato la dura reazione di Confindustria che ha parlato di «approccio iper-repressivo» nei confronti delle imprese. Così alla Camera Italia Viva ha alzato di nuovo le barricate chiedendo modifiche alla confisca allargata e facendo slittare per ore la discussione degli emendamenti.


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All'interno dei provvedimenti figura infatti una estensione dell'ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari. Un passo che Viale dell'Astronomia ha censurato spiegando che «non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell'impresa, il modo corretto per combattere l'evasione e far crescere l'economia del Paese».

In una nota, gli uomini del presidente dell'organizzazione confindustriale, Vincenzo Boccia, spiegano che l'emendamento che riscrive l'articolo 39 se da un lato affronta alcune delle criticità che avevamo evidenziato in audizione, dall'altro vanifica questi miglioramenti, estendendo ulteriormente l'ambito applicativo moltiplicando le sanzioni sulle stesse fattispecie. «La confisca allargata ha sottolineato l'associazione resta comunque un'anomalia, perché estende misure eccezionali pensate per la criminalità mafiosa a reati di natura completamente diversa e i correttivi apportati vengono completamente annullati dall'intervento in tema di responsabilità».

LE POLEMICHE
Al di là delle polemiche, sulle quali è intervenuta l'opposizione attaccando frontalmente il governo, sul carcere la maggioranza ha trovato la sintesi. L'obiettivo è «non colpire con rigore eccessivo l'occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente». Sono stati così attenuati gli aumenti delle pene per dichiarazione infedele e per omessa dichiarazione, con previsioni più soft sull'ordine di grandezza dei sei mesi o di un anno di carcere.

Nessun ritocco all'innalzamento del carcere per altri reati. Per esempio: resta la lievitazione più strong, quella da un massimo di sei anni ad uno di otto anni per la dichiarazione fraudolenta. Anche la confisca per sproporzione, che permette di aggredire beni che il condannato non potrebbe permettersi alla luce del suo reddito, è stata limitata ai casi in cui l'evasione fiscale sia «di entità rilevante», vale a dire «prossima, nella maggior parte delle fattispecie, a centomila euro».

L'emendamento estende anche la responsabilità amministrativa delle imprese, «salvo i reati meno gravi», con anche multe fino al milione di euro e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione o l'esclusione da finanziamenti pubblici. Un altro punto contestato del pacchetto bilancio, che in settimana dovrebbe approdare alla Camera con il dl fisco, e al Senato con la manovra, è la norma che consente ai Comuni ad alta intensità turistica di alzare la tassa di soggiorno da 5 a un massimo di 10 euro.


Dopo le proteste di Federalberghi e Federturismo, il governo ha ridimensionato la portata del provvedimento. Il ministero per i Beni culturali ha spiegato che «riguarda pochissimi casi, come Firenze e Rimini», cioè Comuni capoluogo di provincia che «abbiano avuto presenze turistiche in numero venti volte superiore a quello dei residenti». Per Roma e Venezia, invece, era già previsto. L'aumento, ha spiegato il ministero, non sarà automatico, ma saranno i sindaci a deciderlo, «se lo riterranno» necessario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero