Definì la Kyenge un «orango», Calderoli condannato a 18 mesi: aggravante razziale

Calderoli condannato a 18 mesi: definì la Kyenge un «orango», aggravante razziale
Roberto Calderoli, senatore della Lega, a processo a Bergamo dove vive, è stato condannato per aver dato dell' "orango" all'ex ministro del governo Letta...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Roberto Calderoli, senatore della Lega, a processo a Bergamo dove vive, è stato condannato per aver dato dell' "orango" all'ex ministro del governo Letta Cecile Kyenge nel luglio 2013 alla festa della Lega Nord di Treviglio. A Calderoli è stata inflitta la pena in primo grado di un anno e sei mesi. Il tribunale di Bergamo ha così riconosciuto l'aggravante razziale. L'ex ministro non si è costituita parte civile e non sono previsti risarcimenti di natura economica.


Kyenge non aveva sporto denuncia, ma in procura a Bergamo era partito d'ufficio il procedimento sostenuto dai pm Maria Cristina Rota e Gianluigi Dettori: nel 2015 un primo stop, con la difesa che aveva sostenuto la scriminante dell'articolo 68 della Costituzione, secondo il quale i membri del Parlamento, nell'esercizio delle loro funzioni, non possono essere chiamati a rispondere delle loro affermazioni. La Consulta aveva però dato ragione al tribunale e il processo era ripreso. I pm avevano chiesto 2 anni, la difesa l'assoluzione.

«Non ricordo parola per parola quanto ho detto, ma il mio intento - aveva dichiarato Calderoli lo scorso luglio in udienza - era la critica politica al governo Letta, anche per un certo divertimento delle persone presenti, con toni leggeri. Dalle trascrizioni vedo che non ho mai usato la parola 'orangò, bensì 'oranghì, riferendomi a tutto il governo. Intendevo dire che si muovevano come elefanti in una cristalleria: se avessi usato quest'altro paragone, oggi non saremmo in quest'aula». L'accusa non si era però detta d'accordo. Oggi la condanna a 18 mesi per diffamazione aggravata dall'odio razziale.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero