Elezioni in Calabria, il Pd: «Passi avanti per l'accordo con i 5Stelle. Lavoriamo a un candidato civico»

Elezioni in Calabria, il Pd: «Passi avanti per l'accordo con i 5Stelle. Lavoriamo a un candidato civico»
«È chiaro ed evidente che si è fatto un passo avanti» con l'incontro tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Stefano Graziano è il commissario...

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«È chiaro ed evidente che si è fatto un passo avanti» con l'incontro tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Stefano Graziano è il commissario del Pd in Calabria e sta gestendo la complessa partita delle regionali calabresi. Qui i dem sono in fibrillazione visto che il governatore uscente Mario Oliverio, rinviato a giudizio per corruzione, al momento non intende farsi da parte nonostante il Pd abbia deciso di non ricandidarlo. E anzi minaccia di presentarsi comunque con diverse liste in appoggio.


«Noi abbiamo detto chiaramente che Oliveiro non è il nostro candidato - dice Graziano - il Pd si è posizionato su un candidato civico e stiamo lavorando in quella direzione. Vediamo se lo faremo insieme ai 5Stelle. Dall'incontro tra Zingaretti e Di Maio mi pare ci sia stato un passo avanti verso una possibile convergenza». Ma bisognerà aspettare di vedere come va in Umbria? «Io penso che ci sia un ragionamento politico che va al di là del test umbro. Il tema è costruire un'alleanza più larga possibile alternativa alla destra e che sia in grado di fermare e battere un centrodestra sovranista a trazione Salvini».

E non c'è solo una questione di "ragionamento politico" generale, ma anche di tempi. Se il governatore uscente Oliverio decidesse di fissare le elezioni per il 15 dicembre, in caso si aspettasse l'esito del test umbro, ci sarebbe una settimana di tempo appena per mettere nero su bianco un eventuale accordo Pd-M5S perché le liste andrebbero presentate entro il 9 novembre. Chi potrebbe essere il candidato in grado di unire Pd e M5S? Si parla di Pippo Callipo, Ferdinando Laghi e anche dell'ex prefetto di Vibo Giuseppe Gualtieri. «Per carità -ribatte Graziano- i nomi si fanno alla fine».
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Il Messaggero