Berlusconi-Meloni, Paolo Emilio Russo l'unico fedelissimo del Cav ad accompagnarlo in via della Scrofa

Berlusconi-Meloni, Paolo Emilio Russo l'unico fedelissimo del Cav ad accompagnarlo in via della Scrofa
Stavolta non c'è Gianni Letta, come capitò nel 2014 per l'incontro al Nazareno con l'allora segretario del Pd Matteo Renzi sulle riforme, né la...

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Stavolta non c'è Gianni Letta, come capitò nel 2014 per l'incontro al Nazareno con l'allora segretario del Pd Matteo Renzi sulle riforme, né la fedelissima Licia Ronzulli (rimasta fuori dal futuro governo per le perplessità di FdI), che lo ha sempre accompagnato in tutti i colloqui decisivi.

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Paolo Emilio Russo, chi è il giornalista del cerchio ristretto del Cav

Silvio Berlusconi, nel classico completo blu stile '94, è arrivato in via della Scrofa intorno alle 16.35 in auto da solo. E del resto quell'ingresso il Cavaliere lo conosce bene, avendolo varcato già negli anni '80 per incontrare Gianfranco Fini quando non era ancora il Berlusconi che conosciamo ma “solo” il presidente del gruppo Fininvest. Ad attenderlo all'interno della sede storica di An prima, poi di FdI, Giorgia Meloni. In realtà però, già da diverse ore prima dell'arrivo di Silvio, a via della Scrofa c'era il giornalista del suo staff Paolo Emilio Russo. Russo, appena eletto deputato in Sicilia (nonostante le origini comasche), è in realtà ben di più di un “semplice” consigliere per la comunicazione, ruolo che ricopre dal 2019.

Il classe '77 infatti, siede ormai nel cerchio strettissimo del Cav. Postazione a cui arriva dopo una lunga carriera iniziata al quotidiano la Provincia e consacrata poi per 20 anni da cronista parlamentare per Libero e Il Foglio. Prima dell'”approdo” ad Arcore però (in realtà Russo si considera un romano d'adozione), Russo è stato portavoce di Mara Carfagna, prima come ministro delle Pari Opportunità e poi come vicepresidente vicaria della Camera. Un approdo forse inatteso per chi è figlio di uno storico esponente e dirigente - Pci, Pds, Ds, poi Articolo Uno - della sinistra lombarda, ma certamente meritato.

 

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Il Messaggero