Pronta a dimettersi. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini (dopo essere stata coinvolta nell'inchiesta sui concorsi all'ospedale di Perugia che sarebbero...
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«Pur a fronte della fiducia e della presenza di una maggioranza politica all’interno dell’assemblea legislativa - dice la Marini - ed anche di attestazioni diffuse per una chiusura regolata e anticipata della legislatura, completerò la procedura prevista dallo statuto regionale inerente le mie dimissioni, ciò non appena le mie condizioni di salute me lo permetteranno. Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal Segretario Nazionale del Partito democratico Nicola Zingaretti durante la trasmissione televisiva “in 1/2h in più” condotta da Lucia Annunziata, andata in onda oggi su Rai3, manifesto tutto il mio stupore per la gravità delle affermazioni pronunciate dal Segretario Zingaretti che non corrispondono al dibattito ed agli atti dell’assemblea legislativa dell’Umbria svoltasi nella giornata di ieri ed inoltre dirette a negare la pressante ed esplicita richiesta ricevuta durante la giornata del 16 aprile scorso volta a determinare, in modo anomalo ed extraistituzionale, le mie dimissioni da Presidente della Regione Umbria, carica istituzionale eletta direttamente dai cittadini».
ZINGARETTI
«Un grave errore politico»: così il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, aveva definito quanto avvenuto nella seduta del consiglio regionale dell'Umbria, che ha respinto le dimissioni della presidente Catiuscia Marini grazie a 11 voti, compreso quello della stessa governatrice. Zingaretti - che si è detto «deluso e arrabbiato» - lo ha affermato a «In 1/2 in più», su Raitre - e lo ha successivamente ribadito nel corso di un suo tour elettorale nel pomeriggio proprio in Umbria.
«Catiuscia - ha sostenuto il segretario del Pd - ha sbagliato ieri, ha commesso un grave errore politico. Sono un pò deluso, oltre che arrabbiato. Io non ho chiesto a Catiuscia di dimettersi, le ho detto di valutare le scelte migliori, e lei si è dimessa. Il fatto che dopo un mese voti contro le sue dimissioni è un grave errore». E ancora: «Il Pd che voglio è un partito dove se qualcuno si vende le domande dei concorsi siamo noi a cacciarlo prima che se ne accorgano i pm». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero