ArcelorMittal, i grillini pugliesi stoppano Conte: e Di Maio evoca il «rischio crisi»

ArcelorMittal, i grillini pugliesi stoppano Conte: e Di Maio evoca il «rischio crisi»
ROMA «E quindi? Quindi cosa proponete?». A un certo punto della riunione, Giuseppe Conte capisce che il muro dei parlamentari M5S di Taranto è invalicabile....

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ROMA «E quindi? Quindi cosa proponete?». A un certo punto della riunione, Giuseppe Conte capisce che il muro dei parlamentari M5S di Taranto è invalicabile. «Sullo scudo penale per Arcelor Mittal non trattiamo: voteremo no», è il ragionamento che viene ribadito di prima mattina a Palazzo Chigi. Barbara Lezzi, che è leccese ma da ex ministro conosce bene la pratica, ribadisce il «no». E abbandona il tavolo prima del tempo. Con fare risoluto. C'è chi la descrive «piena di rabbia».


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All'inizio dell'incontro il premier aveva prospettato questo scenario: «Al momento non è all'ordine del giorno, ma qualora servisse per tutelarci nella causa con l'azienda, potremmo introdurre di nuovo lo scudo penale». Ed è proprio davanti a questa possibilità che le truppe capitanate da Giovanni Vianello, Gianpaolo Cassese si irrigidiscono. Federico D'Incà, ministro per i rapporti con il Parlamento, prova a mediare: «Cercate di avere fiducia nel presidente». Ma l'appello cade comunque nel vuoto.
Alla riunione c'è anche Luigi Di Maio: il capo politico del M5S resta in ascolto per gran parte del tempo. Poi verso la fine interviene. Lasciando intendere che sull'ex Ilva, se necessario, si rischia anche la crisi del governo. «Se c'è un emendamento che introduce lo scudo per la maggioranza diventa un problema enorme». Per il capo del M5S tutti si devono prendere le «proprie responsabilità». Il ministro degli Esteri rimane volutamente ambiguo. Anche in serata quando si confronta con tutti i duecento deputati grillini. Da una parte registra lo stop dei tarantini a Conte con la soddisfazione di chi da tanto, troppo tempo si vede insediare la leadership interna; dall'altra però manda un segnale anche a Lezzi e agli altri ribelli che potrebbero seguirla: attenzione, rischiamo di andare tutti a casa.

E dunque su questo sottile filo si muove tutta la giornata. Senza però una soluzione: non a caso per oggi è previsto un vertice di maggioranza con Conte, in vista del consiglio dei ministri di giovedì.
E se Di Maio passa la serata alla Camera, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel frattempo incontra i senatori per tre ore. L'obiettivo della sua mission è chiaro. Prospettare loro questa soluzione: una norma ad hoc per lo scudo finalizzato al processo di decarbonizzazione. Un modo per far indorare la pillola alla fronda che a Palazzo Madama oscilla tra le «10 e 20 unità». Anche in questo appuntamento Barbara Lezzi fa trapelare che non se ne parla. L'ex ministro nel primo pomeriggio era comparsa anche a Montecitorio per fare il punto con i colleghi tarantini. Seguitissima, ricercatissima da tutti: «Lo scudo è un falso problema».

IL CASO

L'aria è comunque elettrica tra il M5S e Conte, ma soprattutto tra il capo politico dei grillini e quello dell'esecutivo. Al punto che in serata Di Maio esce con una nota per ribadire «che dal Movimento c'è tutto il sostegno all'azione collegiale del governo».Ma lo scoglio rimane. E questa volta il titolare della Farnesina prova a giocare un'altra partita: «Sarà il gruppo parlamentare a decidere come muoversi. Se accettare o meno la reintroduzione dello scudo penale». Un modo per togliersi dal mirino e spuntare le armi di chi, dall'interno, lo accusa di decidere sempre tutto in solitaria. La vicenda comunque non si risolverà oggi, né domani, né la prossima settimana. Nel frattempo, il Movimento continua a essere alle prese con un altro problema non indifferente: le regionali. Per l'Emilia Romagna, rimane l'idea della desistenza. Nessun candidato grillino in campo nella sfida tra il governatore uscente Stefano Bonaccini e la leghista Lucia Borgonzoni. Discorso diverso in Calabria: qui prevale la volontà di presentarsi e si ragiona anche sul nome di un candidato pronto a scendere in campo. In entrambi i casi, si scontrano i pareri contrari e quelli favorevoli. Venerdì Di Maio in due distinte riunioni cercherà di tirare una linea e di prendere una decisione. Partendo da questa riflessione: «Ci presentiamo solo dove siamo pronti».
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Il Messaggero