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Siti e profili social che inneggiano alla magrezza. Chat e blog che postano pericolosi trucchetti per non ingrassare. C’è anche il web e il mondo social nel mirino del nuovo disegno di legge che introduce pene severe contro l’istigazione ai disturbi del comportamento alimentare. Presentato ieri da Fratelli d’Italia, il ddl prevede di riconoscere i disturbi dell’alimentazione come malattia sociale e suggerisce la necessità di misure prevenzione e sostegno alla famiglie. Mentre dal viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, arriva l’impegno a lavorare per introdurre lo psicologo a scuola e una maggiore attenzione alla salute mentale dei giovani, per troppo tempo messa in secondo piano, anche in pandemia.
«Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte dopo gli incidenti stradali sotto i 25 anni. Io stessa ne ho sofferto per 4 anni e ho deciso di aiutare altre persone a uscirne», spiega Camilla Mondini, fondatrice della startup DiCiAlice, nata per aiutare a rendere accessibile il percorso di cura. Con la pandemia il problema ha visto un aumento di 30%. «Le stime – sottolinea Mondini - riguardano solo le diagnosi emerse, ma c’è un sommerso enorme. Il 96% sono donne, ma il fenomeno si è diffuso anche agli uomini. L’età di esordio si è abbassata a 12 anni, a volte persino 8 anni». Si tratta, secondo Mondini, di disturbi che hanno cause profonde e diverse, «ma risentono anche dell’abuso dei social media. Ci sono siti web, chat e blog che spiegano come fare per non assorbire cibo o far passare la fame».
MESSAGGI RISCHIOSI
Già nel 2001, Yahoo aveva deciso di rimuovere i siti Pro-Ana e Pro-Mia, mentre le piattaforme social sono impegnate a rimuovere i contenuti a rischio. Nonostante questo, il controllo dei contenuti è complesso e tra i gruppi e gli algoritmi si nascondono messaggi rischiosi.
Tra gli elementi del ddl, c’è anche un sostegno alle famiglie per aiutarle ad approcciarsi a questi problemi, una relazione annuale alle Camere che dovrà esser predisposta dal Ministero della Salute.
I DISTURBI
Che i disturbi del comportamento alimentare siano diventati una vera e propria emergenza è ormai noto da tempo. «A Roma nel 2022 sono triplicati i ricoveri e gli accessi in pronto soccorso per l’anoressia nervosa», spiega Tonino Cantelmi, psichiatra e professore di Psichiatria dell’Università Gregoriana di Roma. Non stupisce dunque il favore con cui è stata accolta la proposta, che rappresenta l’ennesimo tentativo di approcciarsi più duramente contro l’istigazione all’anoressia. «Era ora - dice Fabiola De Clercq, fondatrice e presidente dell’Associazione bulimia anoressia (Aba) - che ci fosse un disegno di legge specifico. Adesso speriamo che arrivi in porto, anche perché, mai come ora, il fenomeno sta esplodendo. Abbiamo tantissime tredicenni, bambine in pratica, le cui famiglie ci chiedono aiuto». Concorda Maria Chiara Castiglioni, dirigente psicologo dell’Unità operativa disturbi alimentari dell’ospedale Bambino Gesù di Roma: «E’ giusto redarguire certi personaggi che sui social sono dispensatori di consigli su come perdere 10 chili in tre giorni o parlano dei i pregi della dieta delle banane. Istigare all’anoressia va contro la salute dei giovani, è come spacciare droga». Critica invece la posizione della deputata del Pd, Chiara Gribaudo: «La destra interviene sul dramma dell’anoressia con il codice penale. Non un euro sulla salute mentale e sul rifinanziamento del Bonus Psicologo», lamenta.
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Il Messaggero