Torino, l'omicidio di Alberto Musy, chi era "casco" l'uomo che lo uccise?

E' la mattina del 21 marzo 2012 e in via Barbaroux 35 vengono esplosi in successione quattro colpi di pistola. Accasciato sotto il portone di casa, c'è Alberto...

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E' la mattina del 21 marzo 2012 e in via Barbaroux 35 vengono esplosi in successione quattro colpi di pistola. Accasciato sotto il portone di casa, c'è Alberto Musy, la vittima: l'uomo è un consigliere comunale, un avvocato, un docente universitario. Personalità in vista a Torino. Quella mattina Musy aveva da poco accompagnato le figlie a scuola e, come accerteranno gli investigatori, nella sua vita non c'erano "macchie" od "ombre" che potessero spiegare quell'esecuzione. Eppure Musy è stato colpito a distanza ravvicinata da diversi colpi di pistola. Morirà alcuni mesi dopo senza poter dire nulla. Ad ammazzarlo un uomo con il volto travisato da un casco integrale nero con una scritta bianca sul retro. Perché lo ha fatto? A seguire il caso, la Squadra Mobile di Torino che pezzo dopo pezzo, senza avere l'arma "fumante" o una confessione o una testimonianza schiacciante, rimetterà comunque in fila tutti i dettagli dell'omicidio arrivando anche a dare un'identità all'uomo con il casco e a spiegare il movente. A ripercorrere i dettagli di quell'indagine, il dottor Luigi Mitola, capo della Squadra Mobile di Torino e all'epoca dei fatti dirigente della sezione Omicidi.

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Il Messaggero