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Era la notte del 12 novembre 2004 quando Giusy Potenza, una ragazzina di appena 15 anni, fu ritrovata morta su una scogliera non lontano dal centro di Manfredonia. Il caso fu etichettato come il primo femminicidio mediatico ma la sua risoluzione, resa possibile anche grazie al lavoro della polizia Scientifica, alzò il velo su un orrore ancora più grande. Ad uccidere Giusy a colpi di pietra, fu il cugino del padre, Giovanni Potenza, un uomo più grande, che aveva una moglie e dei figli piccoli, di cui la vittima però si era innamorata con quell'ingenuità e libertà propria delle adolescenti.
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