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È sabato 3 maggio e allo stadio Olimpico si gioca la finale di Coppa Italia tra il Napoli e la Fiorentina. Prima del fischio d’inizio, nella Capitale la tensione è già altissima, dentro e fuori il campo. A Roma i primi scontri si accendono in viale di Tor di Quinto quando vengono esplosi quattro colpi di pistola: tre tifosi del Napoli vengono colpiti al torace, a una spalla e a una mano. Il più grave è Ciro Esposito, 28 anni. Morirà in ospedale il 25 giugno, dopo settimane di ricovero e dopo aver combattuto fino all’ultimo. Il match quel giorno finisce 3 a 1 per il Napoli, che vince il titolo. Ma non è stata una partita di calcio: è stato un incubo, un orrore.
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