Cellulite, body shaming e altri disastri: stop ai canoni di bellezza. Sono una forma di controllo sociale

Belle sempre, belle a tutti i costi e a qualsiasi età. Per essere ammirate ma anche solo accettate, per compiacere e tranquillizzare. Belle senza libertà,...

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Belle sempre, belle a tutti i costi e a qualsiasi età. Per essere ammirate ma anche solo accettate, per compiacere e tranquillizzare. Belle senza libertà, prigioniere del mito della bellezza. Sia chiaro: un certo tipo di bellezza che ha canoni precisi con taglie e misure normate. E dire che l'ossessione per la cellulite, che altro non è che una invenzione giornalistica, nasce negli anni Trenta e le taglie sono solo convenzioni. Non è stato sempre così: tutto è cominciato con le rivoluzioni sociali ed economiche tra Settecento e Ottocento che hanno modificato anche usi e costumi delle donne. Donne sempre più intraprendenti che dovevano essere domate. E ora? Ora è la società del marketing e dei media a rafforzare le sbarre della gabbia dorata della bellezza. Nel podcast "L'una e l'altra" Maria Lombardi e Alessandra Spinelli ne parlano con la filosofa scrittrice Maura Gancitano che per Einaudi ha scritto "Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza".

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Il Messaggero