Uccisi e gettati in discarica: la strage della famiglia Carretta

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E' il pomeriggio del 4 agosto 1989 quando Giuseppe Carretta, contabile di una nota società di Parma, varca la soglia del magazzino per prendere alcune scatolette di tonno per la cena. La sua famiglia è pronta a partire per le vacanze estive ma il figlio più grande, Ferdinando, gli spara uccidendo poi anche la madre e il fratello più piccolo. Il carnefice, all'epoca ventisettenne, metterà i corpi dei suoi familiari nella vasca da bagno per pulirli, provando poi a seppellirli tra gli argini del fiume. Non ci riuscirà poiché verrà disturbato da una coppietta che si era appartata in auto. Così cambierà piano e abbandonerà i corpi dei suoi genitori e del fratello minore in discarica: i loro resti non verranno mai ritrovati. Ferdinando Carretta si dà alla fuga e per un decennio vivrà nel Regno Unito fino a quando verrà arrestato, dopo un controllo, e una confessione spontanea resa alla stampa che riaprirà il caso. Ed è così che i militari del Ris di Parma, il reparto delle investigazioni scientifiche dell'Arma dei Carabinieri, torneranno in quell'appartamento degli orrori e smonteranno, pezzo dopo pezzo, il bagno per trovare le tracce utili ad avvalorare la confessione di Ferdinando Carretta. A ripercorrere il caso è oggi il Colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma.

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Il Messaggero