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Prima udienza del processo a carico dell'ex vicedirettore di Rai Sport, Enrico Varriale, accusato di stalking e lesioni nei confronti della ex compagna. Ieri, in aula, il giornalista ha depositato la lista dei testimoni chiamati a difenderlo. Tra loro, c'è la giornalista ed ex collega Paola Ferrari. Ma la prossima udienza, che sarà il 9 maggio, si annuncia esplosiva: nel corso del processo, che si terrà a porte chiuse, verrà sentita la vittima.
Varriale a processo, la Ferrari testimone
Nel frattempo, per Varriale la situazione si complica: nelle scorse settimane è stato segnalato dalla Polizia anche per un'altra vicenda, con le ipotesi di stalking e violenza privata.
L'ACCUSA
Al centro del processo iniziato ieri, le presunte vessazioni alla ex compagna. Il giornalista è finito sul banco degli imputati con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare, ed è anche stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla donna.
Il rapporto, iniziato nell'ottobre 2020, sarebbe degenerato per motivi di gelosia. Il 6 agosto scorso, come si legge negli atti, l'ex vicedirettore di Rai Sport, durante una lite, avrebbe sbattuto la vittima contro al muro con violenza, «scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci».
Varriale e lo stalking alla ex: «Ho fatto una cosa che non si deve fare, ma non sono un mostro»
LA SECONDA LITE
La seconda inchiesta, invece, riguarda un'altra donna e un'altra presunta aggressione. In questo caso i fatti risalgono all'8 dicembre scorso. La nuova compagna di Varriale, non riuscendo a entrare in contatto con l'uomo, sarebbe andata nel suo appartamento sorprendendo il giornalista con un'amica. Ne sarebbe nata una lite furibonda: l'ex vicedirettore di Rai Sport avrebbe schiaffeggiato la donna che, cadendo, si sarebbe fatta male alla testa. Al policlinico Gemelli le è stato diagnosticato un trauma cranico non commotivo, con una prognosi di 4 giorni. Lei ha raccontato di avere perso i sensi e di essersi risvegliata con gli occhi arrossati e sentendo uno strano odore di aceto. Ha detto di avere chiamato il 112 e di essere andata in ospedale. Nei giorni successivi ha aggiunto che Varriale avrebbe cercato di contattarla. La versione dell'uomo, difeso dall'avvocato Fabio Lattanzi, è diversa. Ha nuovamente sostenuto di essere vittima di una gelosia folle: «Alle 22.30 la donna con cui ho una relazione ha citofonato insistentemente. Successivamente ha cominciato a bussare alla porta di casa. Alla fine ho ceduto e le ho aperto. È entrata e come una furia e, in preda a un raptus di gelosia, ha iniziato a distruggere tutto. Piatti, bicchieri, soprammobili, qualunque cosa le capitava sotto mano mi veniva tirata addosso e distrutta. Ho provato a bloccarla e ha cominciato a urlare: Non mi toccare, ti denuncio». Il cronista sportivo sostiene che la donna abbia poi afferrato il telefono e abbia chiamato la polizia e l'ambulanza.
Il Messaggero