Valeria Marini, la mamma truffata per 335mila euro: a processo il finto broker

Gianna Orrù aveva affidato il denaro al broker per alcuni investimenti

Valeria Marini, la mamma truffata per 335mila euro: a processo il finto broker
Si era presentato come produttore cinematografico e regista ma, una volta diventato un amico, aveva confidato di essere anche un esperto di investimenti online e di essere in...

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Si era presentato come produttore cinematografico e regista ma, una volta diventato un amico, aveva confidato di essere anche un esperto di investimenti online e di essere in grado di moltiplicare somme di denaro in poco tempo. E cifre importanti, come 336mila euro. Tanto, tre anni fa, era riuscito a fare investire a Gianna Orrù, 83 anni, mamma della showgirl Valeria Marini. Ma indietro non era tornato un solo centesimo. Per questi fatti Giuseppe Milazzo, 47 anni, è finito a processo con l'accusa di truffa aggravata, come aveva chiesto il pm Francesco Dall'Olio.

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La decisione del rinvio a giudizio dell'imputato, ieri, è stata accolta dal gup Monica Ciancio. In aula a piazzale Clodio si è presentata anche la Orrù, accompagnata dal suo avvocato Laura Sgrò. Il processo comincerà il 10 gennaio 2023 davanti al Tribunale monocratico. Troppo tardi, secondo la parte lesa.
LA VICENDA
I fatti contestati si sarebbero consumati nel 2018. È proprio in quell'anno che la signora Orrù incontra Milazzo, quarantasettenne catanese.

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A presentarglielo è la figlia, Valeria Marini, che a sua volta lo aveva conosciuto in occasioni di lavoro come produttore cinematografico di film indipendenti. L'uomo riesce a entrare in confidenza con la Orrù, le dice di essere anche un broker esperto di investimenti online e criptovalute in grado di far lievitare in tempi brevi poche migliaia di euro. E così, secondo quanto ricostruisce l'accusa, prova ad incuriosire l'anziana signora proprio con un affare di quel tipo e le fa una proposta: investire denaro per poi guadagnarne cifre molto più alte. Ma, secondo quanto le indagini, l'intento era proprio quello di truffare l'anziana donna. La Orrù cade nel tranello, accetta la proposta e viene convinta a firmare un contratto. Da lì inizia a fare i versamenti a Milazzo.
I BONIFICI
I primi due bonifici bancari all'imputato ammontano in tutto a 10mila euro e vengono fatti su eToro, piattaforma di social trading e brokeraggio multi asset (che a seguito dell'indagine della procura ha fatto sapere di essere estranea ai fatti), il 22 febbraio e il 10 marzo 2018. Poche settimane dopo, il 26 marzo, la donna fa arrivare a Milazzo, sempre con un bonifico, una cifra più alta: questa volta si tratta di 100mila euro. E lo fa ancora il 20 aprile: altri 100mila euro. Il 13 agosto dello stesso anno, la Orrù accredita all'uomo l'ultima tranche di 25mila euro. Secondo l'accusa, Milazzo avrebbe promesso alla vittima un investimento con la mediazione dell'amministratore di una società cinese di trading online.

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L'ATTESA
I soldi affidati al quarantasettenne catanese, però, non tornano indietro. La donna aspetta mesi, sul suo conto corrente non viene accreditato nulla, non c'è traccia di un bonifico. Crescono la preoccupazione e l'ansia. Poi, anche i sospetti che si tratti solo di un inganno. Invia email alla persona a cui Milazzo avrebbe dato in carico la sua pratica, riceve risposte rassicuranti, ma la situazione non cambia. La Orrù si sente sola e, soprattutto, disperata. Capisce di essere la vittima di un raggiro. Anche la Marini viene spiazzata dall'episodio: una montagna di denaro che non ritorna e la fiducia di un nuovo amico, probabilmente, tradita. La showgirl, dopo due anni dall'accaduto, il 28 febbraio 2020, accompagna la madre in procura a sporgere denuncia. Il pm Pietro Pollidori apre un fascicolo a carico di Milazzo per truffa aggravata, per essersi approfittato di una persona anziana e per averle sottratto un'ingente somma di denaro. A confermare le accuse della vittima ci sono i bonifici e poi le scritture private in cui l'imputato si qualifica come broker nel campo del trading online. Agli atti è stato acquisito anche l'accordo per trading tra una società cinese e Milazzo e le email in cui l'amministratore di una società cinese di trading online, al quale l'imputato sosteneva di avere affidato la pratica della vittima, rassicura la donna in più occasioni. Secondo quanto si legge negli atti d'indagine, l'uomo avrebbe agito con «scaltrezza, resa evidente dalla pianificazione dell'azione in ogni particolare», e ancora con «spregiudicatezza, perché l'abile persuasione della persona anziana si è protratta nel tempo, con una fitta corrispondenza telematica».


 

 

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Il Messaggero