È una Italia con sempre meno residenti, italiani in diminuzione e stranieri in aumento. Un paese con meno bambini, mamme sempre più mature, un numero crescente di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Pil, Moscovici: «Italia, crescita prevista dello 0,2%»
I cittadini italiani scendono a 55 milioni e 157mila (-3,3 per mille), mentre gli stranieri residenti sono 5 milioni 234mila (+17,4 per mille) e rappresentano l'8,7% della popolazione. Sul versante della natalità continua il trend negativo. Nel 2018 ci sono state 449mila nascite, ossia 9mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017. Confrontando poi i dati con quelli di dieci anni fa, del 2008, risultano 128 mila i nati in meno. Se nel 2018 il numero medio di figli per donna (1,32) risulta invariato rispetto all'anno precedente, continua invece a crescere l'età media del parto, toccando per la prima volta la soglia dei 32 anni e registrando una crescita di circa due anni nell'arco di un ventennio.
Anche i decessi diminuiscono: nel 2018 se ne stimano 636 mila, 13 mila in meno del 2017 (-2,1%). In rapporto al numero dei residenti, nel 2018 sono morti 10,5 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2017. Nel quadro di una popolazione che tende a invecchiare, la logica richiederebbe che - sottolinea l'Istat - il numero di decessi tendesse a crescere, in quanto più individui sono esposti ai rischi di morte, anche nella misura in cui tali rischi dovessero rimanere invariati da un anno all'altro. Quando ciò non si verifica, come nell'ultimo anno, può dipendere «dal mutevole andamento delle condizioni climatico-ambientali e dell'alterna virulenza delle epidemie influenzali da una stagione alla successiva». Nell'ultimo decennio, ricorda l'Istat, si sono osservati almeno tre picchi significativi: nel 2012 e soprattutto nel 2015 e nel 2017. Prosegue invece la crescita, in termini assoluti e relativi, della popolazione che ha più di 65 anni. Al primo gennaio 2019, infatti, gli over 65enni sono 13,8 milioni e rappresentano il 22,8% della popolazione totale.
I giovani fino a 14 anni sono circa 8 milioni (13,2%), mentre gli «individui di età attiva», come li definisce l'Istat, sono 38,6 milioni pari al 64%. Ed anche la popolazione in età attiva sta divenendo sempre più anziana: la fascia età 15-39 anni scende al 26,8% del totale, quella relativa ai 40-64enni sale al 37,2%. Anche i cosiddetti «super anziani» hanno ormai raggiunto una cifra significativa: in Italia si contano circa 2,2 milioni di persone che hanno o superano gli 85 anni, pari al 3,6% della popolazione. Riprende a crescere anche la speranza di vita. Per gli uomini, la stima è di 80,8 anni (+0,2 sul 2017) mentre per le donne è di 85,2 anni (+0,3). A 65 anni di età la speranza di vita residua è di 19,3 anni per gli uomini (+0,3 sul 2017) e di 22,4 anni per le donne (+0,2). Le regioni del Paese con le più favorevoli condizioni di sopravvivenza continuano a essere quelle del Nord-est e del Centro. Il primato regionale tra gli uomini spetta alla Provincia di Trento (82 anni), seguita da Umbria (81,8), Provincia di Bolzano (81,6), Marche (81,6) e Veneto (81,5 anni).
Anche tra le donne primeggia la Provincia di Bolzano (86 anni) davanti a quella di Trento e alle Marche (85,9), seguite da Veneto e Umbria (85,8).
Il Messaggero