Starship diretta tv. Esploso 4 minuti dopo il lancio il razzo di Elon Musk: ordinata la distruzione, che cosa è successo Rivedi il decollo - di Paolo Ricci Bitti

Secondo tentativo dalla base di SpaceX a Boca Chica nel sud del Texas, i 33 motori del missile Superheavy hanno sprigionato calore fino a 2.800 gradi, il doppio di un altoforno

di Paolo Ricci Bitti Starship di SpaceX di Elon Musk, ripartito la diretta per il  countdown per il secondo...

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Il sorriso di Musk e tutti i passaggi dei 3 minuti e 59 secondi del test

di Paolo Ricci Bitti

Elon Musk, impassibile, seduto nella piccola sala di controllo della sua SpaceX a Boca Chica, ha visto due milioni di dollari andare in fumo in 3 minuti e 59 secondi. Starship, il razzo più potente e grande del mondo, era esploso 30 chilometri sopra la sua testa. Solo per un istante, inquadrato in primo piano dalla sua regia, è sembrato impietrito, poi un sorriso, le dita a sfiorare lo smartphone: «Complimenti a tutti, oggi abbiamo imparato tanto, presto (entro l'anno, ndr) saremo pronti per un nuovo lancio. Intanto miglioreremo l'affidabilità».

Ecco fatto, l'uomo più ricco del mondo, aveva già archiviato il primo test di volo del razzo che trasporterà di nuovo l'uomo sulla Luna per poi balzare verso Marte e trasformare l'umanità in una razza multiplanetaria. Nella sua forsennata tabella di marcia, che include anche bagattelle come Tesla, bisogna andare sempre avanti. Dalla scienza e dalla tecnologia ha mutuato e fatto suo il principio «Sbaglia in fretta, impara ancora più in fretta» che applica in ogni business e, fondamentalmente, nella vita. Anche perché è lui, di tasca sua, a metterci la grana: la Nasa, ad esempio, deve stare molto attenta a come spende i soldi dei contribuenti e infatti viaggia con velocità da replay rispetto a Musk.

Anzi, effettivamente il primo decollo di Starship è andato particolarmente bene: la missione di portare in orbita la navicella che sarà capace di trasportare 100 passeggeri (già, al costo di 2 milioni a lancio, bruscolini rispetto ai 55 milioni o agli 80 per un singolo posto di Crew Dragon o su un'attempata Soyuz) sulla Luna e su Marte è fallita, ma intanto l'astronave e il primo stadio, il razzo SuperHeavy, non sono esplosi al decollo. Ogni mezzo spaziale al primo volo (maiden flight) corre rischi altissimi di fallire: il 70%, si valuta. Figuriamoci il caso del missile più alto (120 metri) e potente della Storia. E lo stesso Musk, che nel progetto Starship di SpaceX ha già investito almeno due miliardi dei suoi 200 di patrimonio personale, si dava solo una possibilità su due di evitare un'esplosione già sulla rampa.

Indimenticabili i bagliori inferrnali dei primi quattro test relativi solo alla navicella Starship: esplosioni già a terra o a quote molto basse. Poi tutto ok al quinto tentativo con l'astronave che si è posata al suolo dopo aver scalato il cielo come avveniva finora solo nei film.

Quello di oggi era il primo test dei due giganti assemblati: il primo stadio, il razzo SuperHeavy alto 70 metri, 200 tonnellate a secco, dotato di 33 motori Raptor 2 a metano e ossigeno liquido, e sopra ad esso la navicella Starship, lunga 50 metri, e pesante 100 tonnellate, sempre a secco. Il primo lucente e splendente, la seconda per metà nera per placche termiche che servono al rientro nell'atmosfera.

Decollo

Come già lunedì, il count down è stato bloccato a meno 40 secondi. Ma sì, nessun timore: si capiva, traguardando le immagini che si spingevano fino all'orizzonte delle paludi del sud del Texas, che era la volta buona. Il direttore di lancio ha preso in fretta la decisione bypassando quella miriade di schermate che riportano i dati di migliaia di sensori sparsi nei due mezzi spaziali. Impossibile che la luce verde sia omogenea e l'esperienza di SpaceX, che lancia razzi Falcon ormai al ritmo di uno al mese, permette ai tecnici di imparare a capire quando è il caso di preccuparsi davvero.

10, 9, 8, 7 ...

Go! Lancio! Starship si è alzata maestosamente staccando l'ombra da un fragoroso vulcano di fiamme: la temperatura nella rampa, alluvionata da tonnellate d'acqua, ha raggiunto i 2.800 gradi, il doppio di quella di un altoforno, ma non si è sciolto nulla tra metallo e cemento proprio per via di quelle cataratte d'acqua pompata dalla palude.

Primo minuto

Che spettacolo: Superheavy lucente, Starship nera che si stagliano sul celeste del cielo, sotto di loro una scia azzurrina chè è metano che si sta bruciando. A 60 secondi dal decollo, con le vibrazioni del terreno avvertite fino a 15 chilometri, il missile ha raggiunto i 6 chilometri di quota e la velocità di 680 chilometri orari. E' già meraviglioso che non sia saltato tutto per aria in questa fase.

Secondo minuto

Continua imperiosa l'ascesa: a 120 secondi dal decollo Starship ha bucato il muro del suono e sfreccia a 1600 chilometri orari a 21 chilometri di quota. Risultano accesi solo 26 dei 33 motori Raptor II disposti su tre cerchi, un capolavoro di tecnologia che è anche un'opera d'arte, ma non ci sono problemi, il sistema è costruito sul principio della ridondanza.

Terzo minuto

Le velocità supera i 2.000 chilometri orari, la quota è adesso di 38 chilometri.  Tra poco dovrebbe iniziare la procedura di distacco  fra primo e secondo stadio, fra razzo Superheavy e astronave Starship che deve accendere i 6 motori. Il missile deve assumere una particolare inclinazione e quindi quando lo si vede inclinarsi non ci si preoccupa. Epperò ora l'inclinazione pare un po'  troppa accentuata, non avviene il distacco fra le due parti del missile e la velocità scende verso i 1.500  chilometri orari, poi cala ancora. Starship pare ora puntare senza controllo verso Terra, cade a foglia morta. Addio test: la fesi più critiche erano due, il decollo che è riuscito, e il distacco, fallito. Il primo stadio, il razzo Superheavy, se tutto fosse andato bene, sarebbe caduto nell'Atlantico, la Starship avrebbe dovuto compiere un'orbita quasi completa della Terra e cadere poi al largo delle Hawaii. In questo caso non era previsto il recupero dei mezzi (di fatto involucri vuoti in questo primo test) che invece sono progettati per atterrare anche con l'aiuto di una torre-rampa ed essere poi riutilizzati, il grande atout di Musk.

Quarto minuto

Con sangue freddo e maestrìa la sala di controllo prende pesanti decisioni sul filo dei secondi. Prima svuota i serbatoi di combustibile tenuto ad altissima pressione: quelli di SuperHeavy erano già a buon punto perché la maggior parte della miscela di metano e ossigeno liquido viene usata per il primo spunto, per conquistare i primi chilometri di quota, i primi chilometri di libertà dalla forza di gravità. Quelli dei sei motori, sempre Raptor II, della navicella Starship erano invece al completo. Getti bianchi di "spurgo" si sono visti chiaramente. Solo allora nella sala di controllo hanno spinto il tasto dell'autodistruzione che aziona cariche esplosive, con i rottami metallici (300 tonnellate, eh) che sono caduti nell'oceano Atlantico nella zona interdetta alla navigazione. Lo svuotamento dei serbatoi serve appunto a ridurre al minimo le conseguenze della caduta al suolo dei detriti. L'esplosione è avvenuta a 29 chilometri di quota e a 3 minuti e 59 secondi dal decollo, quando Starship stava precipitando sul filo dei 2.000 chilometri orari.  

"Sbaglia in fretta, impara ancora più in fretta" ha pensato di nuovo Musk. Solo per un secondo. I tecnici di SpaceX sono già al lavoro con i nuovi prototipi, non c'è tempo da perdere.

 

I complimenti di Elon Musk

Il fondatore di SpaceX, Elon Musk, seduto nella sala di controllo di Boca Chica, impassibile al fallimento del test, ha subito twittato i complimenti alle migliaia di tecnici che hanno lavorato per il test: «Congratulazioni a tutti, oggi abbiamo imparato tanto per il prossimo lancio che faremo presto (entro l'anno, ndr)».

 

 

 

 

Il momento dell'esplosione

 

Starship non si separa da SuperHeavy: ordinata l'autodistruzione del razzo

A  4 minuti dal decollo, a quota 21 chilometri, la sala di controllo di SpaceX ha capito che qualcosa non stava funzionando nella procedura di distacco fra il primo stadio, il razzo Superheavy, e il secondo, la navicella Starship, e ha quindi disposto di svuotare i serbatoi di metano e ossigeno liquido e ha ordinato la distruzione del missile.

Lanciato!

Decolla il razzo più grande e potente si sempre: un inferno di fiamme a 2800° gradi (il doppio di un altoforno) ingloba la rampa dalla quale Starship e Superheavy si alzano maestosamente. 

Il conto alla rovescia riparte

Il conto alla rovescia riparte

Conto alla rovescia fermato a meno 40 secondi

Conto alla rovescia fermato a meno 40 secondi, come nel primo tentativo di lunedì. SpaceX chiede di attendere il ricalcolo.

Countdown a meno 10 minuti

Countdown a meno 10 minuti, tutto nominale (regolare)

Il lancio il 20 aprile, la data che piaceva a Elon Musk: giornata mondiale dell'erba (cannabis)

Forse il rinvio dal 17 al 20 aprile non è dispiaciuto del tutto a Elon Musk che aveva indicato proprio questa seconda data per lo storico debutto del suo razzo più importante: il 20 aprile, era stato fatto notare, è la giornata mondiale dell'erba, della cannabis. Giornata "ufficiosa", naturalmente, che nasce da una vicenda degli anni Settanta quando 4:20 (un'orario che si può leggere anche come data, 20 aprile appunto, secondo la grafia anglosassone) divenne una sorta di codice usato da studenti della San Rafael High School della California per indicare una coltivazione illegale di erba.

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Il Messaggero