Soumahoro, chi è la moglie Liliane Murekatete: la "regina d'Africa" tra villini e griffe di lusso

Soumahoro, chi è la moglie Liliane Murekatete: la "regina d'Africa" tra villini e griffe di lusso
Chi è davvero Liliane Murekatete? Quella dei selfie di lusso e dei lustrini o quella delle battaglie per i migranti? Se lo chiedono in tanti, anche gli investigatori della...

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Chi è davvero Liliane Murekatete? Quella dei selfie di lusso e dei lustrini o quella delle battaglie per i migranti? Se lo chiedono in tanti, anche gli investigatori della guardia di Finanza. Lei era sempre in prima fila, ora invece da mesi sembra sparita, calata nella sua nuova vita accanto a Aboubakar Soumahoro, nel villino che i due hanno acquistato nel giugno scorso a Casal Palocco. Sei vani in zona residenziale dopo aver lasciato la sua casa nel centro di Latina dove abitava quando gestiva le sue cooperative. Raccontano che conosceva il nome di tutti i migranti che arrivavano nei centri di accoglienza, li aspettava quando arrivavano con i pulmini dal casello autostradale di Frosinone dove suo fratello Michel li andava a prendere. L'appuntamento era in una stazione di servizio appena usciti dall'autostrada, era il 2017 e Michel Rukundo aveva 32 anni e mille vite già vissute, dal suo arrivo dal Ruanda, quando era poco più che bambino, insieme alla madre Marie Thérèse e alle sue sorelle, fino alla fondazione della cooperativa Karibu che dagli inizi degli anni Duemila si occupa di accoglienza.

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LE FOTO DA INFLUENCER
In quegli anni le cose sembravano funzionare bene: accoglienza, integrazione, impegno. Poi il meccanismo si è inceppato. Si è fatta molti amici e molti nemici. Viene quasi subito soprannominata Lady Gucci dai suoi detrattori, lei del resto non ha mai nascosto la sua passione per la moda e il lusso. Vestiti, borse e accessori, alta moda su un fisico che si fa notare, è bella e appariscente Liliane, ha un incedere sicuro, mento alto, grandi occhiali da sole, tante foto e selfie sui social più da influencer che da imprenditrice nel sociale. Insomma non passa inosservata, gli amici su Facebook la chiamano la regina d'Africa. Una passione quella per la moda che trasferisce anche sul lavoro, nel 2018 organizza una sfilata al centro commerciale LatinaFiori, lei indossa un abito in stile africano con il turbante. È un casting per selezionare ragazze e ragazzi che saliranno in passerella in occasione del lancio del marchio K, un made in Italy africano ideato dai richiedenti asilo della cooperativa Karibu. CasaPound l'attacca, la mattina del 16 maggio compare uno striscione davanti alla coop: «Per una moda che ti veste ce n'è una che ti spoglia». Prendono spunto dalle foto sui social in cui lei compare con marche costose di abbigliamento: Il dubbio scrive il gruppo è che questo consumismo sia figlio dell'enorme introito che deriva dall'affare dell'accoglienza dei richiedenti asilo è quasi una certezza. Lei replica: «Provo profondo rammarico come donna per le frasi che mi sono state rivolte. Il mio istinto mi spingerebbe a rivolgermi alle autorità ma la razionalità mi induce a sperare in un confronto costruttivo». Lei non si ferma: partecipa al matrimonio di due ragazzi ospiti della Karibu che si sposano a poche settimane dall'uscita dal progetto Sprar di Monte San Biagio, nei giorni successivi partecipa alla pulizia delle spiagge in jeans e t-shirt con i ragazzi delle cooperative e gli amministratori comunali. Su Facebook alterna selfie in abiti eleganti, borse di lusso, vistosi cappelli, a tute da lavoro e ramazza tra le mani. È una vita così, che oscilla tra luccichio e impegno.


All'inizio del 2019 scompare, o meglio non compare più in manifestazioni e iniziative delle sue cooperative. Arriva un altro attacco di CasaPound: «Che fine hanno fatto la signora Mukamitsindo, imprenditore immigrato dell'anno 2018 e sua figlia?». Karibu replica chiarendo che continua ad essere presente con circa 60 dipendenti, che gestisce ancora le strutture che ospitano le donne vittime di tratta e il servizio ex Sprar in alcuni comuni. Da quel momento di Liliane Murekatete si sa poco o nulla. Nel luglio del 2018 conosce Aboubakar Soumahoro, è sindacalista dell'Usb, sale sul palco a Latina insieme a Roberto Saviano e con il suo eloquio quasi lo oscura. Di certo strega Liliane. E lei strega lui. I due si innamorano e lei cambia radicalmente immagine sui social, negli ultimi due anni solo foto di suo marito e delle sue battaglie. Lo scorso giugno la coppia acquista il villino a Roma, ma non posta neppure una immagine, almeno tra quelle condivise con tutti. In realtà non pubblica più nulla, l'ultimo post è dedicato a Soumahoro incatenato davanti a Montecitorio la scorsa estate, la sua protesta per il salario minimo, scrive: «Fiera di come sei». Niente altro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero