Sean Connery, la parabola del sex-symbol che volle restare “semplice”

Sean Connery, la parabola del sex-symbol che volle restare “semplice”
Il mondo intero piange Sean Connery, che ha chiuso gli occhi nella sua casa delle Bahamas due mesi dopo aver compiuto 90 anni. E il sentimento trasversale che continua ad...

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Il mondo intero piange Sean Connery, che ha chiuso gli occhi nella sua casa delle Bahamas due mesi dopo aver compiuto 90 anni. E il sentimento trasversale che continua ad accompagnare la notizia è l’incredulità: Connery, il migliore James Bond di sempre ma anche un grande talento dalla carriera eclettica, un Oscar vinto nel 1988 per “Gli intoccabili”, continua ad essere l’ultimo mito della nostra contemporaneità che va alla ricerca disperata di modelli da adorare ma nello stesso tempo è pronta a bruciarli con una rapidità sempre più convulsa.

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Il grande attore scozzese ha invece dimostrato di essere un’icona saldamente radicata nell’immaginario collettivo perché è stato capace di attraversare le generazioni resistendo alle mode, ai cambiamenti del cinema, alle rivoluzioni del costume. 
<HS9>Punta di diamante di un cinema epico, “più grande della vita” e destinato a far sognare giovani e anziani, uomini e donne, Connery ha incarnato un simbolo di seduzione evergreen. E non solo sullo schermo dove tutte cadevano ai piedi del suo 007 in smoking tra champagne, notti di fuoco, Aston Martin, imprese mozzafiato. Anche al di fuori del set, le donne hanno fatto follie per lui e sono state felicemente ricambiate. Solo accanto all’ultimo amore, la moglie francese Micheline che gli è stata vicina fino all’ultimo, l’attore aveva scoperto la fedeltà. 
<HS9>Ma il suo personaggio di uomo “che non deve chiedere mai” è destinato a resistere ancora di più oggi che la cultura dei social sforna alla velocità della luce supereroi indistinguibili l’uno dall’altro e destinati a venire presto soppiantati o addirittura dimenticati.

L’attore ha incarnato una virilità perentoria che risulta ancora più potente in questo momento storico in cui, in nome della sessualità “fluida”, si vorrebbero cancellare le differenze tra i sessi. Ma con buona pace del pensiero politicamente corretto più esasperato, c’è ancora bisogno di maschi alfa e le donne, anche le più consapevoli e autosufficienti, non si vergognano di reclamarli. E Sean, non c’è dubbio, è stato un maschio dominante. Nel bene e nel male: irresistibile per l’altro sesso, immancabilmente sexy nei film ma insopportabile in casa. Non a caso l’ex moglie Diane Cilento, che ne andò sbattendo la porta, lo definì «bugiardo, traditore, taccagno e manesco», rivelando il lato meno edificante del suo mito. Senza tuttavia riuscire a scalfirlo, anche se oggi un personaggio così susciterebbe non poche perplessità se non addirittura la riprovazione.

 


<HS9>A rendere immortale l’icona-Connery è stata poi la sua carriera, un tipico percorso “dalle stalle alle stelle”: proveniente dalla working class, senza santi in paradiso, l’attore si è fatto strada nel cinema lavorando sodo e dopo aver fatto i lavori più umili come il muratore, il bagnino, il verniciatore di bare. Un percorso esemplare, specie oggi che si punta al successo facile. E’ stato inoltre un paladino appassionato dell’indipendentismo scozzese. E, non da ultimo, ha saputo voltare le spalle al cinema nel momento in cui non si divertiva più, rifiutando ingaggi milionari perfino in blockbuster come “Harry Potter” e “Il signore degli anelli”. Era stanco, spiegò con la franchezza di chi ha visto Hollywood ai suoi piedi, «di avere a che fare con quegli idioti». E soprattutto voleva smettere di essere considerato un’icona. Ma non ci è riuscito. E oggi il mondo incredulo continua a rimpiangere l’ultimo mito del nostro tempo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero