Scappano senza pagare il conto, ma dimenticano il cellulare sul tavolo: «Sono tornati con la coda fra le gambe»

È successo a Scilla, in provincia di Reggio Calabria, dove un gruppo di quattro persone, dopo aver pranzato al ristorante, si è dileguato senza pagare il conto

Scappano senza pagare il conto, ma dimenticano il cellulare sul tavolo: «Sono tornati con la coda fra le gambe»
In un'estate caratterizzata dalle cattive abitudini dei cosiddetti "turisti scrocconi", accade anche che qualcuno di loro chieda scusa. E non per un'improvvisa...

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In un'estate caratterizzata dalle cattive abitudini dei cosiddetti "turisti scrocconi", accade anche che qualcuno di loro chieda scusa. E non per un'improvvisa redenzione. È successo a Scilla, in provincia di Reggio Calabria, dove un gruppo di quattro persone, dopo aver pranzato al ristorante, si è dileguato senza pagare il conto. Una scena, purtroppo, già vista più volte nel corso dell'estate. Peccato, però, che uno dei quattro "scrocconi" avesse dimenticato il cellualare sul tavolo, trovandosi così costretto a tornare indietro a riprenderlo.

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Scilla, la storia dei turisti scrocconi al ristorante

A raccontare la scena è il proprietario del wine bar "Casa Vela", Francesco Praticò, che su Facebook ha scritto: «Oggi scena bellissima. Un gruppo di quattro persone sui 35-40 anni si siede, consuma il pranzo e furbescamente, nella confusione, pensa bene di andarsene senza pagare. Peccato però che uno di loro dimentica il cellulare sul tavolo: sono tornati dopo 45 minuti con la coda tra le gambe scusandosi per la figura di m…».

 

La reazione del ristoratore

Il ristoratore, in un'intervista al Corriere, ha poi aggiunto: «Non abbiamo detto nulla, in questi casi meglio lasciar perdere. Anche perché il proprietario del telefono, che continuava a chiedere perdono a testa bassa, a quel punto non vedeva l’ora di pagare e andare via. Evidentemente hanno fatto due più due: consapevoli che tramite il dispositivo sarebbero stati identificati facilmente, hanno ritenuto fosse il caso di tornare per saldare il dovuto».

Il conto da pagare era di 103 euro, circa 25 a testa. Ne è valsa la pena? Secondo il ristoratore no. Allora perché rischiare tanto? «Evidentemente volevano solo provare l’adrenalina di infrangere la legge - afferma Praticò - ma io credo che nella vita ci voglia rispetto: è stato un gesto stupido e immaturo».

 

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Il Messaggero