Sarah Felberbaum: «La bellezza è stata un ostacolo, ora sono felice di andare più in profondità nei film»

L'attrice veste i panni della sindacalista e ministra democristiana Tina Anselmi nel film in onda su Rai1 il 25 aprile: «Grazie a lei ho imparato la politica»

Sarah Felberbaum: «La bellezza è stata un ostacolo, ora sono felice di andare più in profondità»
La svolta di Sarah Felberbaum si chiama Tina Anselmi. Già protagonista di tante commedie romantiche grazie al suo aspetto radioso, quasi principesco, l’attrice di...

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La svolta di Sarah Felberbaum si chiama Tina Anselmi. Già protagonista di tante commedie romantiche grazie al suo aspetto radioso, quasi principesco, l’attrice di origine britannica, moglie del calciatore Daniele De Rossi, interpreta la politica democristiana scomparsa nel 2016 nel film Tina - una vita per la democrazia diretto da Luciano Manuzzi e in onda in prima serata su Rai1 il 25 aprile, nuovo capitolo dell’omaggio di RaiFiction alle grandi donne italiane. Ma non è stata una passeggiata per Sarah, 43 anni e due figli, entrare nei panni (dalla prima giovinezza alla maturità) di questa madre della patria che a 16 è stata partigiana, poi sindacalista in difesa delle operaie, in Italia prima donna ministra che ha introdotto la legge per le pari opportunità e nel 1976 presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2. L’attrice, che al settimanale Oggi ha rivelato di aver sofferto in passato di depressione e disturbi alimentari, racconta la sua sfida più ambiziosa. 

Qual è stata la parte più difficile? 
«Essere credibile. Ho studiato tantissimo, mi sono documentata a fondo per parlare con cognizione di politica, tema che mastico poco. Per non deludere chi aveva conosciuto Tina e rendere in pieno la sua forza, la determinazione e il coraggio, sono arrivata perfino a cambiare il mio aspetto fisico, il mio modo di camminare». 

Si è chiesta perché abbiano scelto proprio lei?
«Manuzzi mi ha spiegato di aver visto nei miei occhi una luce che gli ricordava Tina. Ha talmente creduto in me da darmi la forza di impegnarmi con tutta me stessa, nonostante avessi una paura matta di non farcela. Ma quando al primo colloquio mi aveva detto “non ti immaginavo così bella”, ho pensato di aver perso il ruolo». 

L’aspetto fisico le aveva già precluso delle occasioni? 
«Sì, la bellezza in passato mi ha creato qualche ostacolo. Ma senza minimamente rinnegare i film che mi hanno dato il successo, sono stata felice di lavorare in modo diverso, andando più in profondità. Fa parte del nostro mestiere di attori». 

 

 

Cosa vorrebbe trasmettere di Tina? 
«La semplicità con cui ha lottato per le cause in cui credeva, la purezza dei suoi ideali. Anselmi era convinta di poter cambiare il mondo e ha fatto tanto per noi donne, ci ha insegnato a combattere per i nostri diritti. Ha incarnato la politica gentile, non urlata di cui oggi ci sarebbe tanto bisogno. Dopo questo film, vorrei interpretare altri personaggi che, come lei, non hanno bisogno di un uomo alle spalle né nel lavoro né nella vita».

E glieli propongono? 
«Insomma...ci sono in giro ancora tanti ruoli femminili stereotipati. Ma io vorrei interpretare altre donne che abbiano una storia forte da raccontare. Mi auguro che il film di Manuzzi inauguri una fase nuova nella mia carriera».

È contenta di quello che ha fatto finora? 
«Decisamente». 

Perché negli ultimi tempi ha lavorato un po’ meno? 
«Ho selezionato e continuerò a selezionare gli impegni per stare di più con la famiglia. Il tempo trascorso a casa è prezioso».

 

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Che tipo di madre è? 
«Sono attenta, ragionevolmente severa ma non penso che i miei figli debbano somigliare a me o al padre. Li spingo ad essere liberi e a diventare quello che desiderano». 

E lei è diventata la persona che desiderava?
«Direi di sì, sia nel cinema sia nella vita privata». 

Suo marito concorda con lei le sue scelte sportive? 
«Non ha bisogno del mio permesso, ma condividiamo tutto. Il calcio entra in casa nostra come qualunque lavoro nelle altre famiglie». 

Lei è mai stata pagata meno di un suo collega maschio? 
«Non l’ho mai saputo, ma lo do quasi per scontato. E lo dico senza polemiche». 

A chi deve dire grazie per quello che ha conquistato?
«A me stessa. Alla mia famiglia». 

 

 

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Il Messaggero