Sara Doris, la figlia di Ennio: «Mio padre risarcì di tasca propria i clienti dopo il crac di Lehman. Berlusconi? Uno zio»

Sara Doris, la figlia di Ennio: «Mio padre risarcì di tasca propria i clienti dopo il crac di Lehman. Berlusconi? Uno zio»
Ennio Doris è il padre di Sara, la secondagenita, la più piccola di casa, arrivata dopo Massimo, oggi amministratore delegato succeduto al padre nell'impero di...

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Ennio Doris è il padre di Sara, la secondagenita, la più piccola di casa, arrivata dopo Massimo, oggi amministratore delegato succeduto al padre nell'impero di Banca Mediolanum. Un amore profondo quello di Sara che da suo padre ha preso la sensibilità, la dolcezza e il rispetto. Un amore verso il proprio padre che l'ha cresciuta, l'ha tenuta per mano a lungo come ogni bravo genitore. E questa storia tra padre e figlia è diventata un libro per Piemme dal 31 ottobre. Un titolo semplice: "Ennio, mio padre", ma che dice tutto.

Al Corriere della Sera, Sara descrive suo padre come «un uomo che tracciava sentieri per aprire strade non per sé, ma per facilitare gli altri». E poi «era disponibile con tutti». Anche con lei, con i suoi gusti come quando l'accompagnò a Treviso a vedere il concerto dei Pooh a 10 anni. «Quando arrivammo a Treviso ricordo perfettamente com’era vestito: con i pantaloni eleganti pied de poule azzurro e beige. Stese il suo fazzoletto di cotone sul prato, si accomodò e mi fece appoggiare la schiena alle sue gambe».

Un uomo buono con tutti. «Tante cose le abbiamo scoperte dopo che è morto. Anche piccole, che però aiutavano davvero. Mi colpì una donna alla quale aveva regalato una lavatrice». Come quando decise di risarcire di tasca propria i clienti che avevano perso i soldi nel crollo della Lehman Brothers. «Fu un momento importante, ma allo stesso tempo non mi sorprese, era coerente con i suoi valori».

L'amicizia con Berlusconi

Poi l'amicizia con Silvio Berlusconi: «Si conobbero nel 1981 - ricorda Sara Doris al Corsera - Papà era a Portofino con la mamma e lo riconobbe. Lo fermò e gli chiese se poteva stringergli la mano: gli disse che insieme avrebbero potuto fare grandi cose». Poi ancora: «Entrambi avevano grandi talenti e il desiderio di esprimerli a beneficio della comunità. Mai uno screzio tra di loro: due uomini leali, sinceri, generosi».

Alla morte di Doris, l'ex Premier non fece mancare il suo appoggio: «Una cosa mi ha toccato il cuore: due giorni dopo ha chiamato personalmente mia mamma, poi Massimo e infine me dicendoci di contare su di lui per qualunque cosa. Si è comportato come uno zio».

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Il Messaggero